Intervista: Will'o'Wisp

Nessuna Descrizione Dopo aver recentemente recensito “Inusto”, ultimo lavoro dei Will’o’Wisp, dalla redazione di MetaWave abbiamo contattato Paolo Puppo uno dei due virtuosi della sei corde di questa strepitosa band a cui abbiamo rivolto una serie di domande che vi proponiamo qui di seguito.

 

Ciao Paolo abbiamo avuto modo recentemente di recensire il vostro ultimo lavoro dal titolo “Inusto” vuoi parlarci un po’ di questo lavoro e delle eventuali difficoltà che avete incontrato nel corso della stesura dei brani.

Ciao e grazie mille di ospitarci sulle vostre pagine e di dedicarci attenzione! La difficoltà è stata fondamentalmente una. Inusto è un album che mi ha richiesto quasi cinque anni di stesura essendone le prime idee originate ed abbozzate molto prima dell'uscita di Kosmo. E' stato quindi un continuo ripensare e rivedere le parti, cambiarle e plasmarle mantenendone però la spontaneità. Diciamo proprio il plasmare la materia musicale in una forma che rientrasse perfettamente in quella che sarebbe dovuta essere l'anima del concept che si voleva affrontare. Questo è stato davvero impegnativo. Anche la scelta stilistica e visiva del booklet, le poesie stesse selezionate, hanno richiesto un notevole sforzo mentale proprio perchè dovevano andare creare quell'incastro con il flusso musicale che permettesse a tutto il lavoro di divenire un'esperienza "multilivello" confinata quindi non al limite sonoro, ma bensì espansa a tutto tondo in una comunicazione visiva e poetica.

Se dovessi fare un confronto con il vostro penultimo album “Kosmo” cosa hai maggiormente apprezzato di questo nuovo lavoro rispetto al precedente;

L'essere riusciti a mantenere l'identità della band pur muovendoci su un percorso stilistico e concettuale molto diverso! Più strettamente parlando, rispetto al primo c'è un 'orchestrazione della parti molto più complessa a livello armonico.

Hai mai pensato tu o qualcun altro esponente della band di fare dei progetti solisti; credi che sia meglio rimanere compatti e lasciare che ciascuno maturi le proprie esperienze sempre con le stesse persone o è meglio assaporare più orizzonti.

Ti dirò... Oinos ha di fatto il suo progetto da ben prima il suo ingresso in Will'o 'Wisp. Si tratta di AustralWave ed è una proposta originalissima di cui consiglio vivamente la scoperta e l'ascolto. Jacopo suona in molti gruppi a partire dalla sua band storica i Nerve. Penso che ciascuno sia libero di esplorare tutti gli orizzonti che ritiene opportuni, la musica è troppo bella ed ampia per negarsene i molteplici territori che ha da offrire.

Vista l’abbondanza di brani incisi sul disco “Inusto”, come mai prima di metterlo definitivamente alle stampe non avete pensato di promuovere il tutto magari con un Ep in pre-uscita.

Perchè non sarebbe stato possibile. Inusto è un concept molto articolato e nessun "mattone" si sarebbe potuto estrarre dalla sua architettura. Facendolo oltre a spezzarne la continuità non si sarebbe resa giustizia alle canzoni eventualmente scelte che trovano pieno compimento in un ascolto unitario di tutto il lavoro.

Da un punto di vista compositivo nell’album ci sono delle parti curate soprattutto con l’elettronica e con synth, ritieni che per realizzare un buon lavoro sia indispensabile ricorrere a questo tipo di strumentazione.

L'elettronica è sempre stata una delle mie passioni e lo è tutt'ora. Questo detto, no nulla a mio avviso è indispensabile alla riuscita di un buon lavoro se non la passione e lo spirito di autocritica. Si può fare buona musica anche con una corda sola e un tamburello. Sono le idee che contano, il resto, strumenti, tecnica ecc, sono solo mezzi espressivi.

Quali tipi di influenze avete maggiormente durante la realizzazione dei vostri brani e, considerata la tecnica e il sound progressive adottato, come nasce una canzone dei Will’o’Wisp, da dove cominciate dalle parti elettroniche o direttamente alla classica maniera con i Riff che poi a poco a poco adornate con tutta l’effettistica.

L'influenza maggiore dell'album va ricercata nei miei ascolti di alcuni autori classici moderni. Chiaramente sul lato più strettamente metal i riferimenti sono sempre i gruppi coi quali sono cresciuto. Direi Slayer, Cynic e Death. Sperò però che la band abbia maturato una sua autonomia stilistica.Non abbiamo mai cercato di emulare nessuno perchè non avrebbe senso, ma chiaramente le influenze passano ed è solo che un piacere ammetterlo.

Come mai in questo lavoro vi siete ispirati prevalentemente al poeta russo N. Roerich e cosa prevalentemente avete colto dalla sua arte da poter riflettere nel disco.

Quello con Roerich è stato un incontro totalizzante a livello spirituale e artistico. Fortunatamente lo ho scoperto davvero per caso, ed è stata una vera folgorazione! Si è pensato così di cercare di omaggiarne l'arte e la poesia sperando che il lavoro musicale potesse divenire un piccolo ma sentito strumento atto a promuoverne l'arte ed il messaggio. Invito tutti coloro che ci leggono a visitare questo link : http://www.roerich.org e a scoprire o approfondire la meravigliosa arte e spiritualità di questo immenso genio. Il messaggio che più è stato coinvolgente è quello di come le espressioni artistiche siano tutte viste giustamente come facce di un unica vibrazione ossia l'arte stessa. Essa dovrebbe essere tesa al progresso spirituale dell'umanità. Solo la cultura e l'arte possono far progredire l'umanità ed il mondo, ed ogni artista grande o piccolo dovrebbe farsi vettore di questo compito. Non è un caso infatti che molti poteri forzino le masse verso l'ignoranza. La cultura e la conoscenza sono le armi che tutti noi dovremmo usare per squarciare il velo di brutalità che sta opprimendo il mondo moderno.

Avete recentemente pensato di girare qualche videoclip da mettere nel network per far conoscere ancora di più la vostra band e soprattutto quest’ultimo lavoro.

Girare un clip ammetto è sempre stato un po'un mio sogno. Se noti non ne abbiamo mai fatto uno in oltre 20 anni di attività. Di contro girare un video è un impegno economico. Personalmente do sempre la priorità alla musica ed al modo con cui viene prodotta e poi confezionata. Inusto per la sua natura di concept e di omaggio a Roerich ha richiesto uno sforzo economico notevole, ad esempio per la stampa del booklet. Per cui anche se vorrei molto, temo non ci siano le risorse economiche per poter affrontare questo discorso.

Anche in previsione dell’estate, avete in programma qualche tour italiano o estero e se si, con quali band suonerete;

Al momento non vi è nulla in programma. Ora lo sforzo è incentrato sul fare "girare" Inusto il più possibile sui canali stampa e mediatici, nonchè tramite i numerosi contatti personali.

Cosa pensi dell’attuale situazione del Metal in Italia credi che ci siano molti dilettanti allo sbaraglio che confondono le idee oppure oggi è molto più difficile che in passato riuscire ad elevarsi rispetto agli altri gruppi.

Penso che il livello medio sia molto più elevato rispetto a 20/25 anni fa. Questo non impedisce certo magari passi falsi o affrettati ma fa parte del gioco, capita a tutti di commettere degli errori magari di valutazione o semplicemente innescati dal desiderio di esprimersi il prima possibile facendosi tradire talvolta un poco dall'inesperienza o dall'approssimazione. Per il resto a mio modo di vedere le difficoltà sono rimaste le medesime, io penso che sia difficile in assoluto in Italia elevarsi ove per elevarsi intendo divenire una band che veda ripagati i propri sforzi. Purtroppo come allora, si mantiene in parte una certa esterofilia che, se ai primordi poteva avere dei fondamenti, oggi col livello qualitativo espresso nella nostra penisola, non ha più modo di essere. Se ci aggiungi che per motivi storici il nostro paese non ha mai avuto alle spalle un'industria "mainstream" che vedesse il metal come un veicolo da supportare e promuovere ecco che la situazione diviene evidente. Non penso di dire un'eresia affermando che se taluni gruppi italiani fossero nati nel nord Europa o negli States oggi godrebbero di ben altre situazioni.

Cosa suggerisci di solito quando i gruppi emergenti o qualche singolo artista in procinto di creare un proprio gruppo vi chiedono dei consigli;

Di non farlo mai con l'intento di fare soldi o raggiungere il successo. La musica si suona per amore e passione. Di studiare con dedizione i propri strumenti ma di non considerare mai la tecnica un fine. La tecnica deve solo e sempre essere un mezzo e come tutti i mezzi va usato a seconda delle situazioni.

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Intervista di Wolverine Articolo letto 3573 volte.

 


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