Adler's Appetite + Muppet Suicide + Pure

Data dell'Evento:
26.01.2005

 

Band:
Adler's Appetite
Muppet Suicide
Pure

 

Luogo dell'Evento:
Alpheus

 

Città:
Roma (RM)

 

Promoter:
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Autore:
Jo3p3rry»

 

Visualizzazioni:
2037

 

Live Report

[MetalWave.it] Immagini Live Report: Nessuna Descrizione Dopo un anno e sempre all'Alpheus torna in Italia Steven Adler storico batterista della prima formazione Guns (quella di Appetite e Lies). Gli Adler's Appetite dal vivo riprongono infatti molti classici di quel periodo; la loro formazione include al basso Robbie Crane (Ratt e ex Vince Nail), alla voce Jizzy Pearl (anche lui Ratt ed ex Love/Hate), alla chitarra ritmica non Bret, ma Craig B, alla chitarra solista il mito Keri Kelli (ex Slash's Snakepit, LA Guns e troppi altri gruppi) e alla batteria ovviamente la leggenda Steven Adler (devo scrivere ex Guns N' Roses?).
Si parla della leggenda e il pubblico romano ha reagito veramente bene. Erano presenti diversi fan da molto prima dell'inizio; alcuni che i GNR li hanno vissuti, altri no. Il pubblico variava da un massimo da 40enni ad addirittura gente che aveva 15 anni se non meno. Tutti erano lì per vivere o rivivere il mito e così è stato.
Si parte con i Pure conosciuti a Roma come cover band dei Cult che per l'occasione ci regalano una esibizione composta da classici del rock 'n' roll: si canta con Hurricane degli Scorpions e si attraversano band storiche come Motely Crue (Kick Start My Heart), Ac/Dc (It's The Long Way To The Hop, I Wanna Rock 'n' Roll), Twisted Sister (I Wanna Rock) e più recenti come i Darkness (I Believe In A Thing Called Love). Jonna alla chitarra è sempre un animale da palcoscenico così come gli altri membri della band, il truccatissimo Max (dj del Jailbreak) ai vocals è stato unico così come tutta la band che ha mostrato una solidità davvero ottima.
I Muppet Suicide invece sono un ottimo gruppo hard rock classico, anche loro conosciuti come cover band (dei Guns), anche loro autori di un set che ha spaziato nel rock in tutti i sensi: la loro esibizione è stata un ottimo alternarsi di cover a pezzi propri. Bellissime le versione proposte di Whole Lotta Rosie (Ac/Dc), Sweet Emotion (Aerosmith) e Eat The Rich (sempre Aerosmith) così come bellissime sono state le esecuzioni dei loro pezzi, che hanno avuto un impatto sul pubblico veramente molto buono (soprattutto la rock ballad finale), grazie ad una capacità esecutiva notevole e una presenza sul palco molto buona.
Dopo una attesa lunga quanto esagerata a mezzanotte ormai passata salgono sul palco finalmente gli Adler's Appetite accolti da un vero boato. Si parte con It's So Easy e Nightrain, due gemme di Appetite For Destruction riproposte alla grande. Steven è in ottima forma, Keri Kelli con la sua stupenda chitarra viola vola come un pazzo da una parte all'altra del palco. Anche il vocalist Jizzy sicuramente da un'ottima prova mostrandosi sicuramente un ottimo cantante, anche se sicuramente non la migliore scelta per cantare pezzi dei Guns. Il pubblico reagisce bene a 99 uno dei nuovi pezzi scritti dalla band per poi infiammarsi ad una splendida versione di Mama Kin, cantatissima dal pubblico. A fine canzone un fan lancia una sciarpetta della Roma a Steven Adler, il drummer la mostra al pubblico ed è il delirio generale!! E' rock 'n' roll anche questo dai! Dopo Suicide (altro buon pezzo hard rock) si ritorna a cantare con Knockin' On Heaven's Door. Jizzy si prende una piccola pausa e Keri ci delizia con una stupenda versione di Hollywood. Si chiude il set con quattro gemme Guns: Sweet Child O' Mine, Civil War, Mr Brownstone e Rocket Queen (quest'ultima forse l'unica nota stonata del gruppo). Dopo una piccola pausa il gruppo torna sul palco per gli encore conclusivi. Keri Kelli alla batteria e Robbie Crane al basso jammano su Walk This Way (altro classico Aerosmith), ma è con Welcome To The Jungle che il pubblico esplode e viene colpito da una versione pressochè perfetta. Il concerto termina con la classica chiusura: una esplosiva Paradise City (spettacolare quando Keri suona l'assolo finale direttamente dalla chitarra di Craig B). Peccato sicuramente per la mancata esecuzione di Sin City, inserita nella scaletta del concerto. Adler e soci salutano per una serata che è stata veramente indimenticabile e che ha permesso di rivivere la leggenda. Grazie ragazzi

Jo3P3RrY



E’ con estremo piacere che attendevo la data romana del combo statunitense. L’anno scorso hanno riportato un discreto successo infiammando clubs di mezzo mondo con il vecchio materiale dei Guns and Roses. Ora è la volta di verificare se come band sono in grado di andare oltre il semplice ruolo di cover band. Arrivo all’Alpheus dopo un viaggio costantemente sotto la minaccia di una nevicata per cui la tensione era forte ma una volta in loco un paio di birre hanno contribuito a instaurare un buon mood. Il pubblico grosso modo è quello dell’altra volta con il risultato che l’Alpheus è pieno a metà, non male, considerando la cronica apatia del metallaro locale ed il fatto che si era in mercoledì giorno infrasettimanale.
Aprono le danze i Pure cover band romana rodata in buona forma che presenta dei pezzi da manuale dello street/rock, capitanata da un istrionico singer che coinvolge e catalizza l’attenzione del pubblico. Buona prova. Poi è la volta dei romagnoli Muppet Suicide che presentano un set misto fra cover di buona levatura che spazia fra AC/DC e Aerosmith inframezzandoli ad alcuni pezzi loro che ho molto apprezzato, specialmente la semi ballad finale.
E’ mezzanotte e mezza. L’atmosfera comincia ad essere incandescente il pubblico è caldo al punto giusto quando finalmente fanno il loro ingresso sul palco gli Adler’s!!! ed è subito delirio!!! La band come al solito sa di presentare un set list incendiario ed il pubblico non chiede altro per cui si parte alla stragrande con It’s So Easy e Nightrain, la band addirittura sembra sorpresa dalla calorosa accoglienza ricevuta. La band presenta 99 primo di una (corta) serie di pezzi nuovi che spezzeranno la tensione quando la temperatura sembra salire oltre ogni ragionevole limite. Si ricomincia con una sempre ben accetta Mama Kin (degli Aerosmith) ed una delle mie preferite My Michelle. Jizzy Pearl sembra essere in buona forma e molto comunicativo, ma la star del gruppo è seteven invocato a grande voce dal pubblico. Si va avanti con un altro pezzo loro intitolato Suicide. La differenza fra i pezzi nuovi ed i classici g’n’r è forte, si sentono 17 anni di differenza specialmente nei suoni, infatti i pezzi nuovi devono essere conformi agli standards attualmente in voga negli states per cui il suono deve delle chitarre deve essere aggressivo e basso volto a creare “wall of sound” in ogni occasione. E’ il turno dei romanticoni quindi la band tira fuori una versione “milk and honey” di Knockin' on Heaven’s Door Tempo di un altro pezzo loro Hollywood, cantato dal chitarrista Kery Kelli, ed il lirismo esasperato di Sweet Child o’ Mine ci porta verso la parte finale del concerto. Inaspettata quanto gradita l’esecuzione di Civil War, il pubblico è in delirio. Si torna indietro con Mr Brownston e l’unica nota stonata Rocket Queen dove il buon Jizzy Pearl non riesce proprio ad azzeccare le parti più alte. La band esce di scena per i bis, potranno mancare autentici inni generazionali come Welcome to the Jungle e Paradise City? Assolutamente no è la risposta. Le canzoni vengono eseguite alla perfezione con un tiro veramente incredibile, il pubblico prossimo al delirio ha ottenuto quello che voleva. La festa è finita andate e ci vediamo alla prossima. Considerazioni generali sull’evento: è da notare che tutte le band hanno goduto di un ottimo supporto da parte dell’organizzazione, alla fine ottenendo un suono ottimo, cosa che in Italia è proprio difficile da trovare. Il pubblico purtroppo potrebbe essere maggiore. Non lamentiamoci se poi le band non vengono mai più a sud di Milano.

Demone

 

Immagini della Serata

 

Recensione di Jo3p3rry Articolo letto 2037 volte.

 

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