Cradle of Filth + Moonspell + The Haunted

Data dell'Evento:
22.03.2005

 

Band:
Cradle of Filth [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Cradle of Filth [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Cradle of Filth [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Twitter di Cradle of Filth [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Cradle of Filth [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di Cradle of Filth
Moonspell
The Haunted

 

Luogo dell'Evento:
Rolling Stone

 

Città:
Milano

 

Promoter:
Live in Italy [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Live in Italy

 

Autore:
Heresy»

 

Visualizzazioni:
2439

 

Live Report

[MetalWave.it] Immagini Live Report: Nessuna Descrizione Arrivati dopo un lungo viaggio - durante il quale per fortuna non abbiamo trovato traffico! - a Milano, riusciamo abbastanza facilmente a ritrovare il Rolling Stone, al di fuori del quale c'è già un gruppetto di gente ad attendere l'evento di stasera. Dopo il solito sguardo alle bancarelle scopriamo con piacere che l'apertura dei cancelli è anticipata alle 18:30 circa, e dopo aver atteso un po' all'interno del locale (che sinceramente mi aspettavo più grande), anche l'inizio del concerto è anticipato rispetto a quanto era riportato sui biglietti. Infatti alle 19 in punto ecco salire sul palco i The Haunted, con Peter Dolving (il cantante originale) tornato in formazione da circa un anno e mezzo, dall'ultimo "rEVOLVEr" in poi. Ai cinque svedesi tocca il difficile compito di intrattenere per una mezz'ora un pubblico ancora piuttosto freddo e distaccato, poco partecipe anche perché sicuramente una piccola frazione dei presenti è venuta per la loro parte di show. Ma anche la loro prestazione risulta piuttosto incolore, io personalmente nutrivo maggiori aspettative, mentre in realtà i cinque si sono limitati a una mezz'ora di pezzi piuttosto uguali tra loro e suonati con un minimo coinvolgimento, scialba la prova di Dolving alla voce, migliore quella degli strumentisti, soprattutto quella di Per Moller Jensen alla batteria, ma penalizzata purtroppo dal mixaggio (ad esempio si sentiva poco la chitarra di Anders Bjorler, soprattutto sugli assoli).
Dopo un frenetico cambio degli strumenti, ecco che alle 19.45 già sono sul palco i Moonspell, storico e influente gruppo portoghese di gothic metal, che sicuramente era parecchio atteso dal pubblico presente vista la notevole quantità di loro fan che avevo intorno a me e che cantavano tutti i loro pezzi a memoria! I cinque partono subito alla grande con l'opener del loro ultimo lavoro in studio, "The Antidote", uscito ormai due anni fa, ossia la bellissima "In and above men", per proseguire poi con la seconda traccia dello stesso disco, "From lowering skies". I suoni sono ottimi, anche se non mi è piaciuto molto il suono del basso, e i fonici riescono a far sentire bene tutti gli strumenti, mentre i nostri proseguono la loro parte di concerto tra pezzi nuovi e altri più "classici", come "Alma Mater", "Wolfshade (A werewolf masquerade)", "Vampiria" (tratti dal primo capolavoro "Wolfheart") e "Opium", "Mephisto" e "Full moon madness" dall'ottimo "Irreligious". Oltre alla ottima prova vocale si vede che Fernando Ribeiro è un grande frontman e cerca di interagire con il pubblico il più possibile, e quest'ultimo comunque dimostra di apprezzare, il resto del gruppo da par suo è ben affiatato anche per il fatto che sono insieme da molti anni ormai. Il set dei portoghesi va avanti per circa quarantacinque minuti e i cinque escono piuttosto acclamati; tra l'altro più di una volta il cantante ha presentato i Cradle Of Filth, si vede che gli piacciono...
Finalmente alle 21 in punto sono sul palco i sei vampiri inglesi, i tanto attesi Cradle Of Filth, tra cui troviamo un nuovo sconosciuto bassista a sostituire per questo tour il defezionario Dave Pybus che ha da poco abbandonato il gruppo. L'apertura del concerto è affidata all'intro dell'ultimo "Nymphetamine", ovvero "Satyriasis", a cui segue subito la violenta "Gilded Cunt". I suoni sono ottimi anche stavolta, a maggior ragione per il fatto che sul palco abbiamo gli headliner della serata, Dani Filth (devo dire sempre parecchio criticato nei vari ambienti metal) si dimostra invece (come se ce ne fosse bisogno) un buon vocalist anche dal vivo e un ottimo frontman, cercando anche di coinvolgere il pubblico; per quanto riguarda il resto del gruppo, i due chitarristi si rivelano molto affiatati pur non essendo insieme da molto, Martin Powell alle tastiere fa il suo onesto buon lavoro anche se devo dire che le ultime produzioni targate Cradle penalizzano un po' il ruolo del suo strumento aprendosi invece maggiormente a influenze thrash ma anche death. Il bassista non l'ho visto molto partecipe, mentre Adrian dietro le pelli si conferma la solita macchina che non sbaglia un colpo sia sui pezzi più nuovi che su quelli più datati, alla faccia di chi dopo sei anni continua a rimpiangere Nicholas Barker. Date queste premesse la scaletta degli inglesi per stasera attinge a piene mani da tutta la loro discografia, giusto per citare qualche pezzo ricordo i classici "The forest whispers my name", "A gothic romance" (all'inizio della quale rischiavo un attacco perché non mi aspettavo assolutamente che la proponessero!), "Thirteen autumns and a widow", le immancabili "From the cradle to enslave" e "Her ghost in the fog", e le più recenti "The promise of fever", "Mannequin", "Nymphetamine", "Nemesis"... Che altro dire, ottimo show dei Cradle, anche abbastanza scenografico per via di mostri e ballerine varie che si aggiravano sul palco di tanto in tanto, d'altro canto uno show sicuramente piuttosto atteso dato che questa è l'unica data italiana per questo tour, e la violenza che ho avuto il "piacere" di sperimentare dalle prime file (so che molti miei "colleghi" mi vedrebbero morire volentieri ma questo non ancora si avvera aahahhahahah :-) dimostra sicuramente l'attaccamento di questo pubblico - nonostante tutto - ai Cradle Of Filth, che da par loro hanno regalato una prestazione certamente migliore di quella dell'Heineken Jammin' Festival a Imola dove avevo avuto occasione di vederli nel 2003.
Dopo un'ora e mezza di musica e una quindicina di brani i nostri abbandonano il palco e un pubblico piuttosto soddisfatto, ora non mi restano che circa sei ore di macchina e più o meno mezza Italia da percorrere... Alla prossima, sperando sempre che in futuro i concerti diventino più facilmente raggiungibili per noi ragazzi del Centro e del Sud!!!

 

Immagini della Serata

 

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