Dream Theater + Vision Divine + Empty Tremor

Data dell'Evento:
05.07.2004

 

Band:
Dream Theater
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Luogo dell'Evento:
Piazza Michelangelo

 

Città:
Firenze

 

Autore:
Metadream»

 

Visualizzazioni:
3443

 

Live Report

[MetalWave.it] Immagini Live Report: Nessuna Descrizione Nonostante le poche ore di sonno della notte precedente, il risveglio è stato uno dei migliori, certo di partire alla volta di Firenze per un evento decisamente memorabile: uno dei 3 concerti che i Dream Theater terranno in Italia al di fuori della programmazione del tour del nuovo album “Train of Thought” già avvenuta a febbraio. Sicuramente ciò che aspetta me e tutto il pubblico fiorentino sarà uno show molto particolare, ma non voglio correre troppo; andiamo per gradi.
Già all’arrivo a piazza Michelangelo rimango stregato dal panorama e dal posizionamento del palco: lo stage, situato in un angolo della piazza, presenta alle sue spalle il panorama dell’intera Firenze e di tutti i promontori che la circondano: veramente suggestivo!!
Dopo un bel po’ di ore di attesa sotto il sole (derivate dal mio arrivo a Firenze un po’ “prematuro”) riesco ad entrare e subito parte lo show degli italiani Empty Tremor, gruppo di supporto che seguirà gli headliner per tutte e 3 le date italiane. Classica formazione batteria, basso, 2 chitarre, tastiere e voce, sound progressive ma allo stesso tempo a mio parere decisamente personale (che è cosa rara). Come annunciato da Oliver (cantante) lo show è incentrato sui brani del nuovo album “The Alien Inside”, in uscita per la Frontiers. Devo dire che sono rimasto piacevolmente colpito, soprattutto per gli ottimi arrangiamenti di chitarra di Christian Tombetti e Marco Guerrini, mai scontati ed eccessivamente sovrapposti tra loro, e per il drumming deciso e quasi “chirurgico” di Stefano Ruzzi. Un gruppo molto promettente, che conferma la mia idea positiva sulla scena metal italiana.

Viene poi il turno dei Vision Divine. Qualche minuto di attesa per un veloce line check e si parte. Anche loro incentrano lo show sull’ultimo album “Stream of Consciousness” (“le idee spesso vengono a 2 persone insieme”, parole del cantante Michele Luppi), lasciando il pubblico veramente senza fiato. Forti di un power metal molto molto particolare lasciano scorrere via il tempo a loro disposizione senza un attimo di tregua, e alla fine dello show rimango un po’ con l’amaro in bocca per il poco tempo a disposizione. Sicuramente non me li farò sfuggire al prossimo evento in cui saranno presenti. Un grandissimo plauso a Michele Luppi (voce); grande carisma e una voce ottima, per estensione e tecnica, ha saputo tenere un pubblico che oramai fremeva dalla voglia di vedere Petrucci e co. salire sul palco. Altra ottima performance da segnalare quella del tastierista Oleg Smirnoff, nome sicuramente noto agli amanti del metal per le sue numerose collaborazioni.

Finalmente, intorno alle 20:45 partono dall’impianto dei suoni di archi, un intro di atmosfera che preannuncia l’entrata improvvisa di John Myung che accenna l’intro di “As I Am”, prima traccia del nuovo album “Train of Thought”. Ed ecco che dopo poche battute al primo colpo di chitarra di John Petrucci (a un volume pazzesco tralaltro) il pubblico è in delirio. La partenza è veramente sbalorditiva, con a seguire il secondo brano dell’album “This Dying Soul”, suonato in modo veramente ineccepibile. D’altronde i Dream Theater difficilmente hanno mai deluso dal punto di vista esecutivo. Forse l’aspetto scenico è quello che mi ha sempre lasciato un po’ in forse, ma questo show è stata veramente la conferma del contrario. Grande coinvolgimento da parte di tutta la band, soprattutto da James LaBrie, tornato in ottima forma vocale (erano anni che non si sentiva più cantare così bene). Lo show vola via in un lampo, tra brani del nuovo album come “Endless Sacrifice”, la strumentale “Stream of Consciousness”, la stupenda “Vacant”, e i brani dei precedenti dischi, scelti in maniera ottima tra i tanti. Tanto per citarne alcuni, i classici “Pull Me Under”, “Caught In A Web”, “The Spirit Carries On”, “Peruvian Skies”. Qualche insolito brano tratto dal precedente “Six Degrees Of Inner Turbulence” introduce la parte ipertecnica dello show con “War Inside My Head” e “The Test That Stumped Them All” che ci mostra una band tecnicamente impressionante, caratterizzata nello specifico a mio parere non tanto per i singoli virtuosismi quanto per il mix generale perfetto e una coordinazione inverosimile. Tra i brani in scaletta sono da segnalare “Another Day”, raramente eseguita dal vivo fino a poco tempo fa e la vecchissima “Afterlife”, presente sul primo full lenght “When Dream and Day Unite” datato 1989. La lunghissima suite da più di 20 minuti dal titolo “A Change Of Seasons”, che non credevo avrei mai ascoltato dal vivo, chiude uno show forse un po’ breve in confronto agli standard di tempo ai quali ci hanno abituato, ma decisamente intenso, ricco di sorprese e di brani abbastanza inaspettati. Una chicca: durante lo show, dopo appena 2 brani LaBrie e tutta la band si sono girati ad osservare lo spettacolare panorama alle loro spalle, come stregati, accompagnati da un lungo applauso del pubblico. In sostanza, un concerto per cui è valsa la pena fare molti chilometri, grazie ai grandi gruppi che hanno partecipato, alla scelta di un luogo così suggestivo e alla ottima organizzazione della Live su tutti i fronti. Al ritorno a casa la stanchezza era accompagnata da un gran senso di soddisfazione per aver assistito a un evento decisamente memorabile.

 

Immagini della Serata

 

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