Spoilshroud + Whispering Haze
06.08.2011
Band:
Spoilshroud
Whispering Haze
Luogo dell'Evento:
Glamour Bar
Città:
San Giovanni la Punta (CT)
Promoter:
Agenzia Spettacolo Live & Promotion
Autore:
Moro Mou»
Visualizzazioni:
1863
Live Report
Immaginate un locale aperto da poco, scintillante di tappezzeria e paralumi nuovi nuovi, nella ridente cittadina del catanese di San Giovanni la Punta. Immaginate che il locale in questione si chiami Glamour Bar e che addossate alle sue pareti ci siano specchi di design e manifesti che annunciano l’happy hour Martini e oliva.
Adesso immaginate un’orda di metallari. Vestiti di nero con poche eccezioni, capelloni, baffi, tatuaggi e borchie, che sbarcano gagliardi e impavidi al Glamour Bar armati di testate e casse.
Bè le reazioni a un tale spettacolo possono essere varie e variegate... risolini sotto i baffi, istinto darwiniano di sopravvivenza, preoccupazione a vari livelli, immaginari improbabili e allucinati da cetaceo sul cocuzzolo della montagna e armadilli dentro un acquario.
Sicuramente degne di nota, da parte mia, quelle dei giovani proprietari alla vista delle testate. “Ragazzi ma queste pompano eh?” (T. d. A. dal dialetto siciliano), chiede timidamente uno di loro col codino, con un’espressione a metà fra il musicista nostalgico e il gestore di locale pubblico interrogato alla Questura. Non c’è che dire, l’inizio della serata è stato memorabile!
Premessa fatta (potevo mai farvela perdere??), parliamo di musica.
La serata prevede gli Whispering Haze come gruppo d'apertura e a seguire gli Spoilshroud, entrambi di Catania. Questi ultimi beniamini del technical death/black metal, ben noti nell’ambiente per la profusa esperienza (vedasi anche i live con Mayhem, Dark Funeral, Enthroned, Defleshed, etc.) e reduci dalle prove con i due nuovi elementi del gruppo: piano/synth & fx e chitarra.
Gli Whispering Haze aprono le danze, mentre l’orda in black ha ormai invaso le luccicanti atmosfere del locale, ibridando il Glamour Bar, brindando all’integrazione negli spazi patinati a cui nessuno sembra più far caso come all’inizio. Ah! Il potere della musica...
L’esito della serata non poteva essere dei migliori. Il primo gruppo si destreggia bene con delle cover degli In Flames vecchio stile. Il pubblico gradisce e tutto sembra assestarsi finalmente nella dimensione giusta.
Giusto in tempo per l’ondata di death pompatissimo che preparano gli Spoilshroud.
La loro scaletta prevede inizialmente i vecchi pezzi con la vecchia formazione: Oliver Parisi al basso, Patrizio D’Arrigo alla batteria e Peppe Virgillitto alla chitarra e voce. Il trio esegue in maniera impeccabile, senza nemmeno scomporsi tanto, nonostante la batteria tiratissima che vive di blast beat, i controtempi, i tempi composti. Un tripudio di matematica e velocità, precisione svizzera e growling primordiale.
Poi, la rivoluzione. Balzano sotto i riflettori le new entries, Antonio Billè alla chitarra ritmica e Gerassimos Evangelou (a.k.a. Lord Agheros, tra l’altro compositore di intro e outro dei pezzi) al synth. Ciò che viene dopo diventa una miscela trascinante di death metal e avanspettacolo!
Gli Spoilshroud mantengono il pubblico incollato, intrattengono con i loro motti di spirito, indugiano come opinionisti di cronaca (memorabili quanto improbabili le invettive sulle pettinature a mò di castoro di Amy Winehouse). Una professionalità che non si prende troppo sul serio, così come dovrebbe essere per chiunque calchi un palcoscenico. Musicalmente, l’apporto della nuova chitarra arricchisce di corposità l’impatto sonoro, mentre gli exploit del D-Beam controller del synth stupiscono per lo sperimentale accostamento. Difficile definire con precisione a che tipo di musica sono appena approdati gli Spoil. Il tecnicismo del death, già di per se ben congeniato dal gruppo, si arricchisce di influenze del più ampio panorama musicale, non si cristallizza sulle righe ma diventa sempre più sperimentale. Si fa prog, divaga sui cambiamenti di ritmo e di genere musicale, l’impatto sonoro di frammenta in melodie con l’anima di metallo, evitando brillantemente la freddezza della tecnica e la banalità del commerciale.
In conclusione, i nuovi Spoilshoroud si muovono definitivamente su un altro piano. E senza dubbio, varrà la pena ascoltare la loro prossima uscita discografica, già in via di registrazione.
Le quasi tre ore di live scivolano piacevolmente.
Il Glamour Bar si trasforma da improbabile contenitore a cassa di risonanza per la felice acustica. Sorprendente sì, ma d’altronde il nero, da che mondo è mondo, non è forse il colore dell’eleganza? E poi, come si dice... va su tutto!
Immagini della Serata
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