Malevolent Creation + Neka + No More Fear

Data dell'Evento:
28.06.2012

 

Band:
Malevolent Creation
Neka [MetalWave] Invia una email a Neka [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Neka [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Neka [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Twitter di Neka [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Neka [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di Neka [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina ReverbNation di Neka
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Luogo dell'Evento:
Tipografia

 

Città:
Pescara

 

Promoter:
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Autore:
Snarl»

 

Visualizzazioni:
3248

 

Live Report

[MetalWave.it] Immagini Live Report: Nessuna Descrizione In un momento di tregua dal caldo asfissiante di questa estate 2012 il pensiero generale di qualcuno era che di un concerto death metal al chiuso, anche se degno di stima e di rispetto, non tutti erano entusiasti. Colpa forse della pigrizia dovuta al caldo, o dal fatto che il concerto si teneva di giovedì e quindi non proprio nel weekend? Non si sa, ma sta di fatto che dei 120 circa entranti promessi sull’evento su Facebook, entra poco più della metà delle persone, circa 70. Un risultato comunque ragguardevole se si considerano le suddette attenuanti e l’incombenza di altri concerti grossi al centro e al sud dell’Italia nelle successive settimane, e quindi qualcuno avrà preferito risparmiare per ripiegare sul Total Metal Fest a Bari e sull’ormai celebre Armageddon in the Park in Molise a fine luglio.
Il concerto deve partire in anticipo (circa le 9 30 di sera) a causa di impegni burocratici che impongono l’inizio del concerto degli Headliner Malevolent Creation intorno alle 11. Per questo motivo il concerto degli opener locali No More Fear avviene presto e in concomitanza con la partita di calcio che viene trasmessa senza volume su una parete all’interno del locale. Un mio leggero attardamento, ma soprattutto le condizioni poco congeniali (non certo imputabili all’organizzazione del concerto) dei No More Fear a suonare, col pubblico non del tutto concentrato proprio per via di questo, mi porta a lasciar perdere la visione del concerto di questa band edi andare a farmi una birra, visto che in queste condizioni parlare di resa sul pubblico non ha senso, e ancor meno senso ha la convinzione con cui i No More Fear hanno suonato proprio per via di questo fatto.
Meglio dunque lasciar perdere questa esibizione, da giudicare con un senza voto, e concentrarci sullo show dei successivi foggiani Neka, una band giovane ma non fatta da ragazzini, e che propone un death metal godibile, violento ed efficace in molti passaggi a volte tendente al brutal dei Cannibal Corpse, e altre volte dal tipico sound death metal made in Florida, oltre ad altre influenze grind.
L’esecuzione dei brani è buona, rabbiosa e compatta, ma i pur brani Neka patiscono due problemi: anzitutto, il pubblico ancora poco in palla per via della partita appena finita (eh sì, strano ma vero) ma soprattutto per dei suoni di chitarra impastati, il che ha reso questi brani non inudibili, ma comunque abbastanza confusi. La band svolge il proprio lavoro con classe e dignità, ma solo alla fine del concerto (bello ma un po’ asettico forse) il pubblico si sveglia dal torpore e inizia a fare casino, anche grazie a due cover conclusive, l’ultima delle quali è stata la celeberrima “Scum” dei Napalm Death. Perché asettico? Perché si è sentita una band musicalmente non male, ma forse che sul palco è sembrata un po’ meccanica e scolastica a tratti, che sul palco osa si è lasciata andare fino a un certo punto e che può migliorare ancora. È stato comunque un bel concerto, che ha scaldato la folla per il gruppo headliner e che si è reso protagonista di una prestazione buona, ma da risentire con una chitarra più nitida. Voto: 7.
Salgono sul palco con poco ritardo gli headliner Malevolent Creation dopo un cambio palco e un soundcheck un po’ lunghi, i quattro deathster di Fort Lauderdale semplicemente prendono gli strumenti e sparano raffiche di uzi sul palco che il pubblico riceve e contraccambia in un solo modo: immolandosi in un pogo selvaggio e in una fila pressoché continua di headbangers sotto il palco. Notevole la presenza scenica di un cantante, Brett Hoffmann, aggressivo e rabbioso sul palco, di un Phil Fasciana a tratti più solare e sorridente, ma che anche lui non si fa troppi problemi a manifestare potenza e rabbia. E sono direi inquietanti certi discorsi che il cantante frapponeva tra canzone e canzone, che mi hanno dato il sospetto (pienamente confermato dal post concerto) che in effetti almeno il cantante e il chitarrista di questo gruppo sono due tipi davvero “badass”, tipacci non molto rassicuranti e poco raccomandabili insomma, come la loro fedina penale dimostra. Mi riferisco in particolare al breve discorso che introduce “Multiple stabwounds” dove il cantante si è soffermato a parlare di coltelli, di come affettare i bastardi e di come infierire sulle loro ferite col coltello ancora dentro, cosa che noi di Metalwave NON incitiamo affatto a fare.
Ma a parte questi momenti un po’ folli, il concerto è andato alla grande, senza una perdita di tono e con una resa altissima tra gli altri brani, non troppo incentrati sugli ultimi cd e con una tracklist che non mi è sembrata granché diversa da quella proposta nel loro DVD “Death from down under”, con sugli scudi anche l’eccellente (e forse che mi ha soddisfatto un pelo più di tutte) “Eve of apocalypse”. Si è trattato davvero di un concerto pressoché perfetto, con suoni invidiabili benché solo in quattro siano saliti sul palco (assente il bassista Jason Blachowicz rimpiazzato al basso dal loro stesso chitarrista John Geraca) e nitidissimi, e davvero da ricordare.
Degno di nota anche l’after, dove la band non si è fatta pregare per stare in mezzo al pubblico e anzi si è fatto casino a volte anche oltre il limite, come il cantante vistosamente sempre più ubriaco e rabbioso ma in assetto di pace con tutti non ha esitato a chiedere in giro (a un mio amico 4 volte) ogni tipo di stravizio possibile, perlopiù donne e alcool, il tutto prima in un american english molto deformato dall’accento e poi in un linguaggio dove la mascella del cantante ha perso ogni vincolo di comprensibilità a causa dell’alcool sempre maggiore. Più tranquillo (ma solo in superficie) il bassista, con il quale è stato un vero piacere parlare di gruppi italiani e non, di esperienze musicali e altro.
Insomma: un gran concerto e un grande divertente after. Queste bands death metal americane si confermano essere completamente composte da soggetti tranquilli ma non del tutto raccomandabili, con i quali puoi uscire tranquillamente la sera per farti due bicchieri, ma senza mai poterti rilassare più di tanto, visto che queste persone tranquille e amichevoli hanno anche il passato che hanno. Scioccante certo, ma d’altronde non c’è neanche motivo di impaurircisi per qualcosa o qualcuno: questo è un concerto metal, dove comunque l’amicizia regna sovrana e dove non si sono mai alzate le mani neanche per scherzo. Al limite si è alzato il livello dei decibel tra risate e urla assortite. Grande serata!

 

Immagini della Serata

 

Recensione di Snarl Articolo letto 3248 volte.

 

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