Midryasi + Red Coil + King Bong

Data dell'Evento:
12.12.2009

 

Band:
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Red Coil
King Bong [MetalWave] Invia una email a King Bong [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di King Bong [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di King Bong

 

Luogo dell'Evento:
Comunità Giovanile

 

Città:
Busto Arsizio (VA)

 

Promoter:
Midryasi [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Midryasi

 

Autore:
Bah Ron»

 

Visualizzazioni:
2252

 

Live Report

È la serata dello stoner, del doom e della psichedelìa in Comunità Giovanile. È soprattutto però la serata dei Midryasi che festeggiano l’uscita del loro nuovo album ‘Corridors’, costato lunghi mesi di lavoro e da tempo atteso dal numeroso seguito che il trio lombardo si è guadagnato in questi anni. Qui a Busto Arsizio poi la band è di casa, così che l’evento è stato un grande successo, in quanto chiamata a raccolta di un incredibile numero di amici, molti dei quali a loro volta musicisti che hanno avuto a che fare più o meno indietro nel tempo con con i membri dei Midryasi. Non si contano infatti i progetti a cui hanno preso parte Convulsion, Paul Paganhate e Sappah, basti citare Fiurach, Doomsword, Emmablu ecc.
I primi a salire sul palco poco prima delle 22 sono i King Bong, ovvero tre ragazzi di Milano dediti ad uno stoner fortemente psichedelico e strumentale. Proposta forse non facilissima, di sicuro un po’ insolita ma veramente molto particolare e interessante. Non è semplice descrivere a parole questo tipo di musica; si tratta di una sorta di viaggio in cui trovano spazio moltissime atmosfere: si passa quindi da momenti di puro noise – da sottolineare l’uso dei Theremin – fino a imponenti cavalcate che verrebbe da definire quasi epiche, pur non avendo ovviamente nulla a che spartire con l’attitudine di Manowar o affini. Come quasi sempre per i loro concerti, vengono eseguiti solamente tre brani, in particolare ‘One Riff To Rule Them All’, ‘Chtulu’ e ‘All The Pretty Horses’; composizioni, come si capisce, della durata di dieci o più minuti, ma che in particolare dal vivo scorrono senza quasi rendersene conto, in un incedere che ha dell’onirico. Esperienza consigliata a tutti.
Arriva il momento dei Red Coil e pure di un deciso cambio di impatto: il gruppo infatti è fautore di un sound molto più pesante e diretto, molto influenzato dai Down e in generale dal lato più aggressivo dello stoner. Voce molto carica, accordature ribassate ed ecco che senza troppi fronzoli ci vengono scaricate addosso canzoni come macigni. La scaletta prevede brani estratti dall’EP ‘Slough Off’ più altri inediti che ci fanno capire come la formazione abbia le idee chiare circa le proprie coordinate stilistiche. Il songwriting, così come la prestazione sul palco, è solido e non si perde in inutili divagazioni. Resta probabilmente da acquisire una maggiore personalità dato che capita di sentire qua e là soluzioni un po’ canoniche. Problema tutto sommato fisiologico dato che il gruppo ha solamente un anno di vita circa. L’attitudine messa in mostra è in ogni caso delle migliori; anche da loro quindi ci aspettiamo grandi cose.
Dopo i due ottimi gruppi spalla, ecco che vanno in scena i Midryasi, attaccando subito con la title track del nuovo disco in uscita ‘Corridors’. Già in precedenti interviste la band aveva anticipato che il nuovo materiale avrebbe concesso meno spazio alle sperimentazioni e ai momenti più stranianti rispetto al disco precedente e al contempo avrebbe preso una direzione più rock e progressiva. Detto, fatto: il primo brano della setlist è una progressione di quasi nove minuti ricca di cambi di tempo e di atmosfera, il tutto magicamente legato da un refrain da cantare a squarciagola. La composizione successiva, dal titolo ‘Woman of Doom’, vede un minutaggio e una struttura più compatti, tuttavia mantiene quel flavour dannatamente anni 70, di sicuro amplificato rispetto al passato e accostabile da vicino al suono di maestri come Black Sabbath e Hawkwind. Tra ulteriori inediti e vecchi classici si procede spediti, ma non senza invitare sul palco vecchi amici come John Guanera (ex chitarrista della band) per suonare l’anthemica ‘Hypnopriest’ e un paio di cover di Saint Vitus e Pentagram. Trattandosi di un release party, non poteva mancare l’estrazione di alcune copie del disco in regalo. Da bravi fan boy peraltro, i nostri hanno pensato bene di non utilizzare numeri per contrassegnare i biglietti, ma nomi di gruppi dai nomi spesso improbabili come ‘Rovescio della Medaglia’, causando una certa ilarità generale e non poca confusione. L’unico appunto riguarda i suoni, piuttosto impastati e confusi, la cui responsabilità sembrerebbe essere stata principalmente dei Midryasi, dato che per le altre band erano stati molto buoni. A parte questo, la serata è stata fantastica, ricca di buona musica e di relativi appassionati che hanno riempito il locale come non lo si vedeva da tempo. Al solito, l’auspicio è che vada tutto in crescendo.

 

Recensione di Bah Ron Articolo letto 2252 volte.

 

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