Shining + Frangar + Malfeitor + Sturmkaiser
16.09.2007
Band:
Shining
Frangar
Malfeitor
Sturmkaiser
Luogo dell'Evento:
Rock House Club
Città:
Pescara
Promoter:
Black Havoc Production
Autore:
Heresy»
Visualizzazioni:
4646
Live Report
Davvero un evento questo concerto del 16 settembre al “Rock House Club” di Pescara, organizzato e promosso dalla Black Havoc Production che negli ultimi tempi si sta dando davvero da fare, sia come organizzazione di date live nel Centro-Sud sia come etichetta discografica, producendo ad esempio l’ultimo lavoro dei Disguise, “Late”. Un evento perché dalle nostre parti in Abruzzo di solito non c’è mai nulla, per quanto riguarda i live, e invece in questa serata abbiamo ben quattro band black metal, tra cui come headliner gli svedesi Shining, ormai ben noti nella scena black e tra le band leader del filone depressive, chiamati al posto dei Taake che dovevano suonare inizialmente, dal momento che il leader dei Taake Hoest è andato in carcere...
Tra l’altro questa è anche la serata di riapertura del Rock House dopo la pausa estiva, e sinceramente mi aspettavo che accorresse più gente... Il concerto inizia alle 22 anziché alle 20 come era preannunciato, con i chietini Sturmkaiser che propongono una mezz’ora di black metal sparatissimo stile Marduk, ma piuttosto caotico e sconclusionato, e complici i suoni ancora confusi, spesso tutto si riduce a casino fine a se stesso. Spero che in altre date future questa formazione potrà risultare più convincente, visto che comunque sono di formazione recente e le potenzialità ci sono.
Dopo una breve pausa salgono sul palco i romani Malfeitor, gruppo formato nel 2006 da Fabban degli Aborym, e freschi di pubblicazione del loro primo full-length “Unio Mystica Maxima” sotto Scarlet Records. I cinque piuttosto scenici, tutti con il face-painting e con Fabban incappucciato, e con due grandi croci rovesciate montate ai lati del palco, suonano, nei loro trenta minuti o poco più, sei o sette pezzi davvero notevoli, ben arrangiati e di impatto, con parti lente e cadenzate spesso inserite con successo all’interno dei brani, e si mostrano affiatati come se suonassero da molto più tempo insieme, nonostante la recente formazione. Tra l’altro anche il pubblico risponde in modo positivo alla loro parte di esibizione, e i suoni sono migliori di quelli del gruppo precedente, quindi penso un buon risultato per un gruppo che in sede live si è visto comunque pochissime volte.
Il terzo gruppo della serata sono i Frangar da Novara, anche loro hanno appena pubblicato l’album di debutto “Totalitarian war”, e anche loro hanno a disposizione poco più di mezz’ora di tempo. A mio avviso tecnicamente validi, ma ultra-nazionalisti e politicamente schieratissimi si esibiscono con le camicie nere e un leggio montato sul palco, cosicché alla fine il loro black metal cantato in italiano assomiglia più a un comizio fascista messo in musica che ad altro, e questa attitudine integralista e ideologicamente guerrafondaia attualmente appare abbastanza fuori dal tempo e dalla realtà e ridicola, anche perché se qui la guerra ci fosse per davvero non penso che i nostri ragionerebbero allo stesso modo.
Ma comunque evitiamo di entrare in discorsi che con la musica hanno a che fare ben poco, e diciamo che dopo un cambio di set piuttosto lungo ecco finalmente gli Shining, a promuovere il quinto capitolo della loro discografia, l’ottimo “Halmstad”, come al solito con la line-up completamente rinnovata intorno al leader Niklas Kvarforth (la formazione cambia praticamente a ogni disco), e oggi con lui sul palco vediamo Fredric Graby e Peter Huss alle chitarre, Phil Cirone al basso e Jarle Byberg alla batteria. La gente non aspettava altro, i suoni sono molto buoni e i cinque attaccano subito con la splendida “Vemodets Arkitektur”, tratta dal penultimo album “The Eerie Cold”, e devo dire che dal vivo il pezzo spacca, musicalmente gli svedesi sono ottimi anche se singolarmente, a parte Kvarforth, i loro nomi sono piuttosto sconosciuti. In particolare da notare la grande prova della chitarra solista e del batterista, mentre chitarra ritmica e basso assolvono discretamente al loro onesto compito. Kvarforth, che fino a cinque minuti prima se ne stava lì seduto buono e tranquillo, è una mina vagante, completamente esaltato sul palco, entra pieno di scritte sul corpo, si tocca per tutta la durata del concerto, va a toccare e baciare gli altri componenti del gruppo che riescono nonostante ciò a continuare a suonare :D scende in mezzo al pubblico a fare casino, e infatti la gente non si avvicina mai più di tanto al palco, c’è un po’ di timore eheh ma questi concerti sono così, si sputa addosso, beve Jack Daniels in continuazione e lo sputa sulla gente, piscia in un bicchiere poi beve e se lo versa addosso, insomma succede di tutto... Meno male che non si è tagliato. Ma devo dire che nonostante tutto questo e nonostante sia abbastanza ubriaco canta bene, meno che su disco ma comunque bene, e riesce comunque a fare alcune voci stranissime malatissime e incredibili come al solito... La scaletta comprende tra l’altro “Någonting Är Jävligt Fel” e “The Claws of Perdition” da “The Eerie Cold”, oltre alla già ricordata “Vemodets Arkitektur”, i primi tre pezzi dell’ultimo album “V – Halmstad” (praticamente mezzo disco), “Svart Industriell Olycka” e “Submit to Self-Destruction” tratte da “Angst”, e quest’ultima messa come ultimo pezzo della serata, scelta davvero azzeccata secondo me visto che è un pezzo molto d’impatto e che rende tanto in concerto. Dal capolavoro “Livets Andhallplats” è stata tratta solo “Ännu ett Steg Närmare Total Utfrysning”, purtroppo, mentre nemmeno un pezzo dal primo disco, per privilegiare gli ultimi lavori in studio, ma ci accontentiamo visto che comunque, anche se ha decisamente cambiato genere, questo gruppo non è mai andato incontro a cali di tono nel corso della sua carriera, al contrario di molti altri. Il concerto dura circa un’ora e dieci minuti, i pezzi non sono molti ma mediamente lunghi, Kvarforth come già detto è esaltato e instancabile per tutto il tempo, e la gente pare gradire, infatti i cinque escono applauditi e con soddisfazione generale.
Da parte mia spero che questo sia un buon passo per avere più concerti al Centro-Sud in futuro, stasera penso che l’evento sia riuscito in modo veramente positivo e questo fa ben sperare, quindi non resta che aggiungere che prossimamente, sempre al “Rock House Club” di Pescara ci saranno i Natron e successivamente anche gli storici Necrodeath e Schizo, quindi non mancate!!
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