CREATURE DEL NIENTE: la filosofia negativa nei testi del metal estremo
I temi religiosi e cosmici sono sempre stati un pallino del metal. C’è chi li trattava a mezzo di storie, fantasie, personaggi immaginari, e chi tramite i modelli esistenti, in primis quelli religiosi.
In generale poi, con l’avvento di alcuni generi, si sviluppa un linguaggio costante, con una ricerca voluta e sistematica del cosiddetto linguaggio negativo, cioè quello che utilizza figure reali o metaforiche di distruzione, capovolgimento, disfacimento. Dalla morte individuale all’apocalisse, dalla disgregazione di un singolo organo alla disintegrazione fisica del pianeta, dal corpo alla mente.
Sono in particolare tre dei sottogeneri del metal, di cui uno antico (il doom) e due più recenti (il death e il black) a diventare sempre più consapevoli di questo linguaggio “privativo” o “sottrattivo” o “negativo”, che va dall’uso di certe soluzioni lessicali a vere e proprie teologie o riflessioni sul caos o il niente come elemento primigenio da cui deriva la vita.
Per questo “Creature del niente”: le passioni, la vita e l’esistenza dichiarate e illustrate a partire dai loro negativi. Il doom ci mette la “sospensione” del tempo in una dimensione in cui il sempre e il mai coincidono. Il black di mette la scarnificazione della materia alla ricerca dello spirito in un nulla infinitesimo. Il death arriva a descrivere la decomposizione dell’anima, ancor più repellente, se possibile, di tutte le fantasie splatter.
Scoprirete come dal gusto del macabro si è arrivati ad una teoria della vita come decomposizione continua. Come dal satanismo come filone horror si sia arrivati alle teologie del caos e della non-volontà divina. C’è addirittura qualcuno che è riuscito a rielaborare la figura di Cristo come un nichilista suo malgrado.
Grandi nomi e piccoli nomi (con rilevanti contributi del metal italiano) uniti nel mondo del metal estremo da questo comune terreno, ormai non più casuale, che merita di essere evidenziato e illustrato, per argomenti.
Deicide, Morbid Angel, MGLA, Fides Inversa, Death, Kriegsmachine, Slayer, Inchiuvatu, … tutti insieme allegramente ma non troppo per costruire un nuovo capitolo di filosofia.
Buona lettura
In generale poi, con l’avvento di alcuni generi, si sviluppa un linguaggio costante, con una ricerca voluta e sistematica del cosiddetto linguaggio negativo, cioè quello che utilizza figure reali o metaforiche di distruzione, capovolgimento, disfacimento. Dalla morte individuale all’apocalisse, dalla disgregazione di un singolo organo alla disintegrazione fisica del pianeta, dal corpo alla mente.
Sono in particolare tre dei sottogeneri del metal, di cui uno antico (il doom) e due più recenti (il death e il black) a diventare sempre più consapevoli di questo linguaggio “privativo” o “sottrattivo” o “negativo”, che va dall’uso di certe soluzioni lessicali a vere e proprie teologie o riflessioni sul caos o il niente come elemento primigenio da cui deriva la vita.
Per questo “Creature del niente”: le passioni, la vita e l’esistenza dichiarate e illustrate a partire dai loro negativi. Il doom ci mette la “sospensione” del tempo in una dimensione in cui il sempre e il mai coincidono. Il black di mette la scarnificazione della materia alla ricerca dello spirito in un nulla infinitesimo. Il death arriva a descrivere la decomposizione dell’anima, ancor più repellente, se possibile, di tutte le fantasie splatter.
Scoprirete come dal gusto del macabro si è arrivati ad una teoria della vita come decomposizione continua. Come dal satanismo come filone horror si sia arrivati alle teologie del caos e della non-volontà divina. C’è addirittura qualcuno che è riuscito a rielaborare la figura di Cristo come un nichilista suo malgrado.
Grandi nomi e piccoli nomi (con rilevanti contributi del metal italiano) uniti nel mondo del metal estremo da questo comune terreno, ormai non più casuale, che merita di essere evidenziato e illustrato, per argomenti.
Deicide, Morbid Angel, MGLA, Fides Inversa, Death, Kriegsmachine, Slayer, Inchiuvatu, … tutti insieme allegramente ma non troppo per costruire un nuovo capitolo di filosofia.
Buona lettura
Inserita da: Jerico il 06.01.2023 - Letture: 660
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