Angerfish «Unbounded» (2022)
Recensione
Gli Angerfish nascono nel 2015 a Fidenza grazie all’unione di Enrico Lisè (chitarra) ed Elia Buzzetti (chitarra e voce) con Roger Steelnöx (batteria e voce).
I primi live risalgono al 2017, anno in cui venne anche registrato il primo EP omonimo e a seguire ‘Get Uncovered’, il quale contiene tutto il resto del loro repertorio, tuttavia il risultato fu troppo vario e dispersivo persino secondo l’opinione della stessa band.
Un cambio di line up portò Alex Petrolini al basso, la persona adatta allo sviluppo delle tante idee in cantiere e allo spirito di gruppo degli altri ragazzi.
Dopo varie esperienze dal vivo, all’inizio del 2019 vennero composte nuove canzoni che portarono al primo album, appunto Unbounded.
Diamo inizio al nostro ascolto.
Si parte con Wishmaker, pezzo rock graffiante che risulta assai orecchiabile, forse andrebbe rivisto un pò il ritornello per renderlo più accattivante, ma il riff finale ripaga di qualsiasi stonatura; Give and receive si rifà un pò alla vecchia scuola con una melodia abbastanza essenziale che può piacere o meno.
Lion’s roar mi ha stranamente ricordato gli Offspring, nonostante ciò è sicuramente singolare la parte vocale in cui si intrecciano due toni in contrapposizione (altro e basso).
Out of trouble è abbastanza confusa e raffazzonata, il che non la rende veramente interessante e godibile.
Outbreak è interamente strumentale e devo ammettere che risulta piuttosto convincente e avvincente; Hard hitting ha un mood vagamente anni ottanta che non dispiace e risulta paradossalmente di moda.
Your revenge parte con una melodia decisamente apprezzabile, la fa sembrare quasi una ballad, nel ritornello qualcosa si storce: si trasforma in una sorta di punk da Pogo che potrebbe anche essere simpatico, ma quasi butta alle ortiche un inizio assai promettente.
In Wild girl ho trovato la voce piuttosto disturbante, a poco servono i cori che si aggiungono successivamente, peccato perché il brano in sé ha a quel sapore old school che solitamente gradisco.
Beware e Rotten continuano a calcare la scia di un rock grezzo che ammicca con piacere al punk creando una bella dinamica durante i concerti.
Unbounded è sicuramente un disco appassionato, suonato da chi ha ascoltato tanta musica del passato (soprattutto) e cerca di crearne una versione più personale. Sicuramente non manca l’entusiasmo e ci sono dei brani che hanno davvero qualcosa di gradevole e sincero tra le note, c’è un pò di rammarico per altri momenti nei quali la voce non regge il confronto con una melodia più forte (Wild girl) e la voglia di fare rende confuso un singolo (Out of trouble).
Nonostante ciò, credo che questi ragazzi siano solo all’inizio del loro percorso e, limando alcuni aspetti, si potrà ottenere una crescita interessante.
Track by Track
- Wishmaker 70
- Give and receive 70
- Lion's roar 70
- Out of trouble 55
- Outbreak 75
- Hard hitting 70
- Your revenge 65
- Wild girl 55
- Beware 70
- Rotten 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 60
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
68Recensione di reira » pubblicata il 24.08.2022. Articolo letto 658 volte.
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