Batushka «Raskol» (2020)
Recensione
I polacchi Batushka cercano di riprendersi dal poco entusiasmante ultimo lavoro con questo Ep di cinque tracce “Raskol”, che in mezz’ora di ascolto ed in un contesto melodico assai appariscente, offrono un pizzico di entusiasmo in più. Il Black Metal forgiato in questo Ep infatti, senza perdere l’acerba indole della band, si caratterizza per l’aggiunta di un maggior approccio musicale forte della buona compattezza del sound e della strumentalità composta da rallentamenti evocativi ed assetti quasi orchestrali che danno un tono di maggiore onnipotenza al tutto. Molto entusiasmanti anche i passaggi acustici che sferzano la potenza e la prepotenza dei passaggi più spinti in favore di un qualcosa di soave, quasi magico, che porta ad un senso di tristezza e angoscia; i cinque brani proposti, tutti recanti con poca fantasia lo stesso titolo con annessa numerazione decretano, a parere di chi scrive un effetto diverso e più coerente rispetto alla pregressa, rapida uscita dei primi lavori, anche dovuti alle già note problematiche di line up; con “Irmos I” se ne comprendono gli effetti, un acustico prende corpo tra le proprie note ad effetto ed un tiratissimo, successivo andamento ritmico dal quale non tarda a trasudare una buona melodia che si alterna a contesti moderati tra corali maschili e scream; la successiva “ Irmos II” dà invece un senso di maggiore presa sull’ascoltatore a cominciare dal ghiotto motivo in apertura, acustico, ma pronto a rendere i propri, successivi effetti di fronte ad una muraglia ritmica quasi inespugnabile per compattezza; non male neanche “Irmos III”, anche se ritmicamente non si distacca dal precedente ascolto, dando pur prova di cattiveria mista ad immancabile acerbità; “Irmos IV”, anche qui, nei sette minuti abbondanti di ascolto, si hanno rintocchi di campana in apertura atti a decretare un clima tipico da meditazione con tanto di corali maschili, e un’andatura lenta successivamente esplosiva e tirata a lustro con quelle immancabili alternanze sonore che caratterizzano l’indole della band; a chiudere “Irmos V”, in cui note acustiche portano ad una nuova dimensione, moderata ma depressa nel contesto nuovamente poi pronta a scattare a molla per un finale esplosivo. L’Ep offre un maggior convincimento della band rispetto al pregresso operato al punto da reintrodurla in carreggiata per un quanto, auspichiamo, successivo prossimo full lenght.
Track by Track
- Irmos I 75
- Irmos II 75
- Irmos III 70
- Irmos IV 75
- Irmos V 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 70
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
73Recensione di Wolverine » pubblicata il 05.08.2020. Articolo letto 1701 volte.
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