Black Thunder «All My Scars» (2019)

Black Thunder ŤAll My Scarsť | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
08.10.2019

 

Visualizzazioni:
1245

 

Band:
Black Thunder
[MetalWave] Invia una email a Black Thunder [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Black Thunder

 

Titolo:
All My Scars

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Andrea Ravasio :: Drums, lead vocals
Davide Ferrandi :: Lead and rhythm guitars, backing vocals
Ivan Rossi :: Bass, backing vocals

 

Genere:
Hard 'n' Heavy

 

Durata:
37' 11"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
08.05.2019

 

Etichetta:
Club Inferno
[MetalWave] Invia una email a Club Inferno [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Club Inferno [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Club Inferno [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Twitter di Club Inferno [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Club Inferno

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Rock On Agency
[MetalWave] Invia una email a Rock On Agency [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Rock On Agency

 

Recensione

Purtroppo i Black Thunder da Lecco ci provano, ma nonostante gli sforzi e qualche spunto positivo, “All my scars” è un album di debutto (credo, poiché altri siti lo definiscono il secondo full) anonimo e composto da un hard n heavy molto basilare e decisamente in ritardo rispetto a ciò che nomi anche underground di questo genere ci fanno sentire.
Il disco infatti comincia molto male, con una serie di brani francamente spompati, dai riffs fin troppo semplici e dalle soluzioni stilistiche comuni ed elementari, con una qualità sonora non buona, dove la voce e la batteria stanno in primo piano, la chitarra è nel retro e con un suono debole, e col basso messo agli stessi livelli. Il tutto senza contare imprecisioni di tempo nel secondo ritornello di “Try to break me” e specialmente una scelta di tempi lenti e mosci. Se il disco fosse tutto così, francamente sarebbe un disastro, e presentabile al massimo come demo da qualche band acerba, ma non certo da una band che sta al primo full, sotto casa discografica e perfino con qualche anno di esperienza. Senonché, va detto che dal quinto brano in poi si sentono spunti più positivi, che si traducono in una band che dalla seconda metà dei brani in poi cambia tempo nettamente, aumenta la distorsione e usa pattern di batteria più mossi, dove in effetti il sound e la resa migliorano molto. Non si fanno miracoli, ma i BT almeno si scrollano di dosso il sound lento e narcolettico tra AC/DC e Metallica del black album sotto Valium e dimostrano che almeno per un po’ a brano sanno farci divertire, anche se a lungo andare i BT dimostrano di non saper gestire troppo bene questa carta visto che sprecano alcune opportunità, suonando con riffs acerbi e tentennanti nella pur discreta “Days could stop to run” o nel nono brano. E a concludere questa tracklist, per concludere una bella ballad southern acustica troppo breve, sulla scia di quanto fatto da Danzig in “I’m the one”. L’unico vero momento di luce è “Angry man”, un brano che suona del tutto diverso e che possiede un groove non male. Certo, gli arrangiamenti non sono al top, ma qui sì che si sente qualcosa di buono.
Insomma: “All my scars” inizia molto male e lo odi, ha un sound che va piano e che non morde, che suona non bene e tutto sommato con delle influenze compositive scollate, poi però per fortuna usa parti più mosse e elettriche che sono migliori anche se non ancora al top. Non è quel disastro che sembrava a inizio disco e questo “All my scars” non è la peggior cosa di sempre, ma pur avendo qualche lato positivo e con un dubbio positivo su come potrebbero suonare da live con un fonico migliore, comunque non raggiunge la sufficienza in quanto decisamente acerbo e che non meritava di uscire sotto label. Fatevi un giro nell’hard rock o heavy italiano e vedrete che molte bands suonano molto meglio.

Track by Track
  1. Devil In My Bones - Intro S.V.
  2. Try To Break Me 50
  3. Angry Man 70
  4. Stop The Abuse 50
  5. Disorder and pain 55
  6. Days could stop to run 50
  7. Fly away 55
  8. Black rain 60
  9. Unrecognized citizen 60
  10. Anyway have to be better 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 55
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 50
  • Tecnica: 60
Giudizio Finale
57

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 08.10.2019. Articolo letto 1245 volte.

 

Articoli Correlati

News
Recensioni
  • Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.