Bright «Bright» (2021)

Bright «Bright» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Sabba Maledetto »

Recensione Pubblicata il:
07.04.2022

Band:
Bright

Titolo:
Bright

Nazione:
Italia

Formazione:
- Emanuele Bonati, voce
- Marco Da Rold, chitarra e voce
- Renzo Carbone, basso e voce
- Daniela Usardi, batteria

Genere:
Hard Rock

Durata:
38' 43"

Formato:
CD

Data di Uscita:
2021

Etichetta:
Nova Era Records

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Debuttano nella scena rock italiana i Bright, band nata nel 2015 dal chitarrista e compositore Marco Da Rold che forma la band con moltissimi altri musicisti che hanno avuto svariate esperienze suonando con band per etichette indipendenti.
L’album in questione è Bright, disco di 9 brani in cui i Bright esprimono tutta la loro passione verso il rock ‘n’ roll dei tardi anni ’60,’70 ed ’80 chiaramente ispirata da band come gli Who, i Cream ed i Black Sabbath orientandosi verso sonorità leggermente più dure, un sound più graffiante in cui si alterna e si lascia spazio ad una composizione più melodica.
Si parte con The Shelter, canzone che inizia con leggeri riff di chitarra che accompagnano un cantato lento, quasi “narrante” ma che esplode in maniera molto più aggressiva verso il ritornello che diventa più veloce con la batteria che si vivacizza per tenere il tempo con gli altri strumenti; un basso molto ronzante che non risulta per nulla offuscato dalla chitarra e dai suoni melodici aggiunti con il sintetizzatore verso lo stacco che si sposano armoniosamente nel complesso della canzone.
Si prosegue con Coming Down, secondo me la canzone più bella di tutto l’album che apre con leggere e profonde scale di chitarra che sanno molto di blues, leggeri ma decisi paradiddle battuti sul rullante e si parte con la canzone molto simile alla precedente The Shelter per le ritmiche lente durante le strofe ma che qui acquisiscono maggiori tonalità soprattutto verso il ritornello che a me ha entusiasmato molto, senza nulla da togliere agli stupendi assoli presenti nella parte centrale della canzone.
Altre canzoni che ci tengo a segnalare sono le bellissime Liquors, Lips And Lead, Stars And Crumbs e Rules, tutte con il tipico sound hard rock della band condito con gli effetti psichedelici prodotti dal sintetizzatore che conferiscono a tutto l’album un’atmosfera alquanto oscura ed ancestrale, riuscendo a far percepire anche qualche influenza (non so se qualcuno ci ha fatto caso ma io sì, personalmente!) da parte dei Cure.
Un disco che raccoglie una gran varietà di musica, dal blues, al rock fino a passare anche per il jazz riadattato però in chiave più moderna, semplice, che colpisce non solo gli appassionati di musica nostalgici degli anni d’oro del rock ‘n’ roll, ma che riesce a battere sui timpani e scatenare i brividi anche verso gli ascoltatori più giovani che oggi hanno ben poche possibilità di ascoltare questo genere. Decisamente un disco per ogni categoria di ascoltatori di tutte le età: consigliabile per i target più svariati del panorama musicale!