Crimson Dawn «Inverno» (2020)

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Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
26.09.2020

 

Visualizzazioni:
1234

 

Band:
Crimson Dawn
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Titolo:
Inverno

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Dario Beretta :: Guitar, Background Vocals;
- Luca Lucchini :: Drums;
- Antonio Pecere :: Lead Vocals;
- Alessandro Reggiani Romagnoli :: Bass;
Emanuele Laghi :: Keyboards;
- Marco Rusconi :: Guitar;

 

Genere:
Doom Metal

 

Durata:
46' 12"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
27.03.2020

 

Etichetta:
Punishment 18 Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
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Recensione

I milanesi Crimson Dawn, band che nel corso del tempo ha dato modo di farsi apprezzare per la propria particolare intuitività, forgia il terzo disco della propria carriera intitolato “Inverno” e ben orientato su contesti oscuri e misteriosi resi da un epic doom metal quasi nebulizzato dall’effetto delle chitarre oltre che per le proprie ritmiche prevalentemente pacate. Il lavoro è composto da otto tracce per quasi quarantacinque minuti di ascolto. Molto calibrato il clean al pari dello stesso clima che si respira durante le sfumature offerte brano dopo brano; la partenza del lavoro è affidata ad un brano piuttosto lungo “The House On The Lake” in cui il combo rende veramente il meglio di sé tra ritornelli cantati in modalità assai incisiva ed altrettante sfaccettature sia ritmiche che melodrammatiche. Un corposo riff apre “Thulsa Doom And The Cult Of The Snake”, un brano nuovamente ricco tra attimi protesi quasi ad un hard rock che difficilmente non coinvolge l'ascoltatore; tipicamente doom cantata in lingua madre è invece “Inverno” un brano che punta la propria carta vincente soprattutto nell’espressività del clean; di tutt’altro spirit e tenore è invece la spumeggiante “From Beyond” che rimette in carreggiata la band che forse sin ora, stante la propria indiscutibile capacità ha offerto soprattutto momenti più pacati; il passo felpato di “Nameless One” sviluppa il tutto su un contesto più gothic i cui effetti non tardano a ricordarci che i Crimson Dawn, nella propria cultura ereditata inevitabilmente da Black Sabbath e dintorni, riescono con le proprie note a dare un’ottima impronta della propria attitudine. Anche “Return To Agarthi” risulta assai miscelato tra epic e doom e “Condamned To Live” incentrato per la maggiore nell’impiego del synth, paiono piuttosto creative e particolarmente diverse tra loro; la conclusiva “ Soulcrush” ha invece un sapore epico e glorioso che ci ricorda non poco la caratteristica di questa band che è quella di offrire un particolare e personale sound richiamando il vecchio doom metal per aggiornarlo ai tempi moderni.

Track by Track
  1. The House on the Lake 80
  2. Thulsa Doom and the Cult of the Snake 75
  3. Inverno 75
  4. From Beyond 80
  5. Nameless One 80
  6. Return To Agarthi 80
  7. Condemned To Live 80
  8. Soulcrush 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
78

 

Recensione di Wolverine » pubblicata il 26.09.2020. Articolo letto 1234 volte.

 

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