Cruentus «Fake» (2019)

Cruentus «Fake» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Susie Ramone »

 

Recensione Pubblicata il:
07.05.2020

 

Visualizzazioni:
1472

 

Band:
Cruentus
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Titolo:
Fake

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Nicola Bavaro: vocals; Antonello Maggi: guitars; Domenico Mele: guitars; Adriano Bogetich: bass; Valerio Di Masi: drums.

 

Genere:
Thrash / Death Metal

 

Durata:
37' 25"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
15.10.2019

 

Etichetta:
Triple A Events Rec.

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Frantic Mule
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Recensione

Come in un circolo vichiano, i Cruentus si ricollegano artisticamente - dopo ben 23 anni da “In Myself”, debut album prodotto da Paul Chain - al loro sound originario: un vigoroso thrash-death metal dalla potenza devastante. La storica band pugliese, capitanata dal chitarrista Antonello Maggi, torna infatti ad incendiare la scena metal con “Fake”. Pubblicato ad ottobre del 2019 per l’etichetta Triple A Events Rec., il secondo album dei Cruentus è una deflagrazione sonora che ha radici nell’old school del trash e death metal: dai Coroner agli Entombed, dai Destruction ai Death, dagli Slayer agli Obituary. La struttura delle songs targata Cruentus non è affatto scontata. C’è ispirazione e rabbia allo stato puro. Una potenza di fuoco che conduce all’headbanging più spontaneo ed immediato, arricchita dalla voce corposa e dai growl di Nicola Bavaro. Autore dei testi di “Fake”, concept album che affronta la tematica dell’eterno dualismo bene/male, è il bassista Adriano Bogetich, mentre Antonello Maggi è il compositore dei brani, tranne che per “Step by Step” del chitarrista Domenico Mele, che si è aggiunto alla formazione originaria dei Cruentus insieme al batterista Valerio Di Masi.
Secondo le dichiarazioni della band, “Fake” costituisce un ritorno all’essenza, alle radici musicali, al nucleo artistico dei Cruentus, ricollegandosi al primo demotape del 1992, “Seeking the Truth”. E’ un “tributo” ai 30 anni di attività musicale del gruppo: che essi stessi definiscono per questo il più maturo e rappresentativo.
I Cruentus, infatti, hanno vissuto un percorso molto intenso, caratterizzato da live sui palchi internazionali, quali ad esempio lo Sziget Festival in Ungheria mel 1995, e tour in supporto di gruppi quali Coroner, Entombed, Flotsam & Jetsam, Destruction, Necrodeath, Arch Enemy e Dew Scented.
Ad aprire “Fake”, un brano che è letteralmente una potenza thrash- death metal: “Circles”, assolutamente non datato né scontato. Così come “Everspace”, song anche questa molto carica e ispirata, contrassegnata da cambi di batteria tra ritmi a mitraglia da pogo duro e ritmi più lenti, accompagnati da una parte di basso evocativa, così come l’energico finale in levare. Segue “Spoil the Flesh”, song più cadenzata e meno armonica rispetto alle altre, con sonorità tipicamente death ma non datate che ispirano l’headbanging. Sempre brillante e omogeneo al tessuto sonoro l’intervento vocale. “Never Forget”, invece, è una canzone narrata più che cantata, ed evoca una rabbia trattenuta che sfuma in un cristallino arpeggio di chitarra acustica. Più tradizionalmente death metal, nei riff, nella struttura e nelle linee vocali risulta “Passin Over”, mentre le parti di chitarra dominano la struttura dell’ispiratissima “Funambulism”, fin dall’assolo iniziale. Entusiasmante, poi, la canzone “Shadows”, che deflagra fin dall’inizio, con una potenza trascinante, proseguendo in un ritmo cadenzato che si alterna al thrash più coinvolgente. Un tessuto ritmico, che termina in levare, sul quale si innestano assoli di chitarra molto particolari. Segue “Blindness means watching”, brano che sembra quasi un possente blues death metal mentre “Step by Step” è pura rabbia che si esprime attraverso la batteria sempre mitragliante ed assoli di chitarra “al contrario”. Gli stacchi di batteria non sono quasi mai scontati, e celebrano la potenza più radicale e sanguigna. A sorpresa, segue “Timeless”, un delicato, appassionato e originale brano caratterizzato da arpeggi di chitarra acustica. Una vera chicca. Dopo “The Strain”, caratterizzata da belle parti di basso e da chiare sonorità old school, l’album dei Cruentus si conclude con “See you on the Top”, un outro molto cinematografico caratterizzato da arpeggi di chitarra acustica e interventi di tromba suonata da Alberto Recanati.

Track by Track
  1. Circles 85
  2. Everspace 80
  3. Spoil The Flesh 85
  4. Never Forget 80
  5. Passin' Over 70
  6. Funambulism 85
  7. Shadows 80
  8. Blindness Means Watching 80
  9. Step by Step 85
  10. Timeless 100
  11. The Strain 75
  12. See You on the Top 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
82

 

Recensione di Susie Ramone » pubblicata il 07.05.2020. Articolo letto 1472 volte.

 

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