Deadly Carnage «Sentiero II: Ceneri» (2011)

Deadly Carnage «Sentiero Ii: Ceneri» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2043

 

Band:
Deadly Carnage
[MetalWave] Invia una email a Deadly Carnage [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Deadly Carnage [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Deadly Carnage [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Deadly Carnage

 

Titolo:
Sentiero II: Ceneri

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Marcello - Lead Vocals
Dave - Guitars, Second Vocals
Alexios - Guitars, Keyboards, Second Vocals
Adres - Bass, Noise
Marco - Drums

 

Genere:

 

Durata:
41' 43"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Per distinguere un disco di black metal ortodosso da un altro fatto di sonorità contemporanee si usa usare il termine modern black metal. I nuovi metallari neri non cadono nella trappola (ma come parlo?) dell'occultismo fatto di stereotipati simboli, non brutalizzano gli strumenti a rotta di collo con furia disperata e non si mascherano, né usano pitture per il volto; vogliono anzi mettere in luce che hanno ampie conoscenze approfondite e si cimentano nell'inserimento di sonorità sempre cupe, ma derivate anche da generi come il dark, il folk, il doom e il death. Cosa fa di loro band black, a questo punto non saprei più dire... la voce acida forse? O il tremolo picking monocorde?
Per i Deadly Carnage si ritiene opportuno un profilo non dissimile da quello appena descritto; il presupposti sono i medesimi: un melting pot di temi oscuri, ma mai troppo inquietanti, fatti di momenti più elettrici ed altri orientati verso atmosfere acustiche; oscillano tra la cupa ballata e il blastbeat.
Il problema è che la maggior parte delle composizioni consta di giri poco accattivanti, ripetitivi e molto canonici, i quali sparsi nella lunghezza esosa delle singole tracce diventano un viatico per la noia; anche gli arrangiamenti non aiutano: sempre poco efficaci, anche quando si muovono in territori pseudo progressivi non dicono molto. Puntano invece molto sull'aggressione e le ritmiche della batteria (con suoni altissimi e molto triggerati) lo confermano; peccato che agendo in questo modo si finisca per sembrare soltanto una delle tante, troppe band death/black con aperture melodiche che stanno uscendo in questo periodo. Una parentesi va aperta per quel che riguarda la chiusura di “Ceneri”, in forma di ballata, ricca di tastiere cantata in italiano è forse il brano più interessante, ma le parti sono altalenanti e la voce non sempre evocativa come vorrebbe, nei suoi quasi dieci minuti.
Quello che si percepisce alla fine dell'ascolto è una mancanza di ispirazione, colmata con una minima dose di stile, ma più che altro con tanta furia. Inutile citare una traccia piuttosto che un'altra, perché anche dopo diversi ascolti sembrano somigliarsi tutte. E' infatti l'utilizzo di soluzioni ripetitive che non acchiappa l'orecchio e si perde in riff ripetuti fin troppe volte. Mi riuscirebbe difficile dire cosa attrae, in questa band, tanto da essere persino sotto un'etichetta solitamente molto più selettiva.

Track by Track
  1. Guilt Of Discipline 60
  2. Parallels 55
  3. Epitaph Part I 55
  4. Epitaph Part II 60
  5. Growth And New Gods 60
  6. Ceneri 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
63

 

Recensione di June » pubblicata il --. Articolo letto 2043 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti