Disharmonic «Magiche Arti e Oscuri Deliri» (2014)
Recensione
Ricordo benissimo che avevo recensito poco tempo fa un EP di questi Disharmonic da Pordenone, che a dir la verità tranne qualche ottima intuizione mi sembrò un fuoco di paglia, orbene qui questi ragazzi tentano per tutto l’album la carta del doom atmosferico, con parti cantate ora declamate ora con una specie di brontolio tipo screaming sottovoce, ma il risultato delude.
Perché semplicemente per quanto provino e provino ancora, nessuna arma è neanche lontanamente letale in questo album. A partire dalla qualità sonora, che è impastata, confusa e senza mordente, dove la voce copre gran parte degli strumenti musicali, che non ringhiano come dovrebbero, va anche detto che altre volte è la musica stessa a non convincere: tranne infatti qualche buona intuizione, come ad esempio “Alter Ego Magico”, trovo i riff a volte ordinari, senza feeling e vuoti, incapaci di trasmettere emozioni se non a sprazzi, ma soprattutto (e questo è ciò che affonda definitivamente “Magiche arti...”) sento il lavoro del cantante poco amalgamato con la musica della band, il quale si limita a biascicare parole con metriche discutibili, troppo accento dialettale (importante se si deve fare un cd con questo tipo di voce) e anche parti non perfettamente a tempo, trasformando i brani da delle litanie mortifere a uno strazio, sinceramente, che più che stregare finiscono solo per essere trascinate attraverso dei minutaggi elevati delle canzoni senza che vi sia un vero perché. Certo, i tratti interessanti ci sono anche se non sempre il cd è suonato come si deve (evidente qualche fuori tempo qua e là), ma riascoltando l’album calano d’intensità e alla fine mi rendo conto che si può pretendere parecchio di più e che da questo genere si fa molto di meglio, e non bastano dei travestimenti sacrileghi o tematiche occulte a convincermi.
In altre parole: c’è poco da salvare non tanto perché il cd è brutto, ma perché è piatto, smorto, cantilenante, troppo diluito e dal mood indolente, quasi narcolettico oserei dire. E con quello che si sente in giro in questo genere, per me in questo cd ci sono poche magiche arti musicali, ma tanti deliri, e senza oscurità: solo sbadigli. Spiacente, ma io passo avanti. Mediocre.
Track by Track
- Nelle arti e nei deliri - Intro S.V.
- Cose Buie 55
- Il segno oscuro nascosto in se 55
- Alter Ego Magico 60
- Il casto siero del peccato 55
- Litania della porta ermetica 55
- Ippomanzia 50
- Le sei torri d'alabastro 60
- Macrochelys temminckii 50
- L'uomo che si veste di bruma 50
- Il delirio delle arti - Outro S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 50
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 55
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
56Recensione di Snarl » pubblicata il 11.03.2015. Articolo letto 1891 volte.
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