Eyelessight «Athazagorafobia» (2018)
Recensione
Dopo l’uscita di Mantra, debutto per questa band risalente a sei anni fa, ritornano oggi in maniera assai più ambiziosa rispetto al precedente disco gli Eyelessight, band post depressive black metal forgiando sei brani estremamente toccanti e allo stesso tempo assai angoscianti nei contenuti. L’estro indiscusso della guest MoonChild esternato con il suo incredibile clean, si alterna con lo scream proposto da Kjell, peraltro anche compositrice, tra disperazione e angoscia, oltre al differente tratto strumentale che pare ridimensionarsi rispetto alla pregressa forma musicale, quasi isterica, che aveva caratterizzato il primo album. La band riesce questa volta a concretizzare al meglio tutta la propria espressività, tra fobie, angosce ma allo stesso tempo incentrando dette condizioni in un sound molto spigoloso e tagliente reso ancor più intenso dai passaggi moderati e melodici. Da evidenziare in ogni caso è il dramma che si riflette nell’angoscia, uno stato che emerge costantemente nel corso delle sei tracce dove solitudine, strazio e malessere prendono sempre più corpo avallati da un sound riflessivo, tetro e cupo. “Nostomania” antepone subito tutta la drammaticità tra momenti black alternati con contesti depressive ricchi di partiture molto desolanti; l’apertura di “Surrealtà” si rileva invece molto melodica, quasi lucida, accompagnata da un clean molto sbarazzino, tutt’altro che angosciante; si passa poi a “Smarrendo Illusioni”, il cui acustico iniziale, genera un’andatura molto soft, moderata ma profonda nel quale dal successivo scream di Kjell trasuda l’angoscia straziante di un malessere esistenziale; il tetro arpeggio, quasi ambient di “Monofobia”, si mantiene sui toni della precedente dove il clean mette nuovamente di buon umore prima di trasformarsi in un incubo deleterio tra scream ed alternanza con distorti e acustici; molto toccante è “Ossessiva Nostalgia” per il senso di espressività che contraddistingue i sentimenti, quasi deviati e disadattati del cantato; chiude il lavoro “Anedonia”, in cui emerge nota dopo nota lo stato di solitudine, disperazione e vuoto. Un disco molto toccante e particolare che alterna momenti quasi solari con angoscia e malessere che conducono inevitabilmente all disperazione più estrema.
Track by Track
- Nostomania 80
- Surrealta' 80
- Smarrendo Illusioni 80
- Monofobia 75
- Ossessiva Nostalgia 75
- Anedonia 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 75
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
78Recensione di Wolverine » pubblicata il 02.02.2019. Articolo letto 1615 volte.
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