Fornace «Pregnant is the Night» (2012)
Recensione
Formatisi nel lontano 2000 i piemontesi Fornace, dopo una serie di cambi di line up e la realizzazione di tre demo tapes, a distanza di molti anni e stiamo parlando del 2012, danno alla luce questo loro primo lavoro dal titolo “Pregnant is the Night” sotto l’egida della casa discografica russa Autodafe Prod con effettivi sette brani suonati oltre ad un intro d’apertura del disco. La band, autrice di un Death Black Metal dai tratti musicali riconducibili ad uno stile anni ’80 maggiormente influenzato dall’ispirazione a band quali Varathron, Rotting Christ e Mystifier, si propone nel complesso come un album correttamente suonato grazie alle ritmiche sempre all’altezza della situazione e al lavoro di entrambe le chitarre che risulta per la maggiore in grado di offrire, anche con una certa costanza, un appagante soddisfacimento. Nel corso dell’ascolto si assiste infatti, a tratti, anche a sane abbuffate di death metal che rendono maggiormente positivo il lavoro. Degna di nota è il fatto che la band, nonostante il notevole lasso di tempo intercorso dalla sua unione all’uscita di questo primo full lenght, è stata in grado di inserire solo materiale nuovo senza la necessità di ricorrere al riempimento del disco attraverso la ripresa di vecchi brani riportati nei loro primi tre demo tapes. Dopo l’ intro “ Fof Between Coffin” dal sapore derivante direttamente dall’oltretomba, parte come una cannonata in puro stile black metal il primo brano “ The Warp of Blood” forgiata attraverso riff accattivanti e ritmiche mozzafiato; è poi la volta del brano più lungo del platter “Throught the Eyes of the Ancient Wolf” dove il dinamismo la fa da padrone per tutto l’intero brano che è realizzato in un marcato black metal che non concede tregua per la sua costanza emotiva e per l’altrettanto mutamento dei numerosi refrain proposti; il successivo “A Whisper from the Dust” apre con un cupo arpeggio che viene di seguito affiancato da un motivo dinamico che si mantiene quasi sempre costante per l’intera durata del brano. E’ poi la volta di “ Pregnant is the Night” un brano che presenta una sorta di classicismo di impronta death black dai tratti estremamente aggressivi; il successivo brano “1906-1986 A Horror Story” offre nell’aggressività canora in cui è realizzato, un iniziale spiraglio esecutivo che facilmente riconduce ad andature di matrice metal anni’80 poi sormontate da un death metal che lascia comunque il segno. Il successivo “The Flauro’s Revenge “ è un altro brano che ricorda più un thrash metal aggressivo che pare però un po’ stonare con lo stile a cui siamo stati abituati sin ora; conclude il platter “ Nodo Indissolubile” brano cantato in lingua madre, dove appare quasi assistere ad un clima doom poi invaso da andature più metal. Dall’ascolto del platter, al di là dell’evidente impegno mostrato dalla band per l’uscita del lavoro, vanno elogiate indubbiamente le sonorità Black Metal, sempre dai tratti nitidi che lasciano assaporare appieno la riuscita di questo lavoro; allo stesso tempo però, un maggiore sforzo unificato ad altrettanta convinzione, eleverebbe l’operato dei Fornace a livelli nettamente superiori.
Track by Track
- Fof Between Coffin 60
- The Warp of Blood 75
- Throught the Eyes of the Ancient Wolf 60
- A Whisper from the Dust 65
- Pregnant is the Night 65
- 1906-1986 A Horror Story 65
- The Flauro’s Revenge 60
- Nodo Indissolubile 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 60
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
65Recensione di Wolverine » pubblicata il 03.09.2015. Articolo letto 1444 volte.
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