Gabriele Bellini «Underworld Collection: Chapter I - Collision» (2012)

Gabriele Bellini «Underworld Collection: Chapter I - Collision» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Pare »

 

Recensione Pubblicata il:
23.03.2013

 

Visualizzazioni:
2608

 

Band:
Gabriele Bellini
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Titolo:
Underworld Collection: Chapter I - Collision

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:

 

Genere:
Rock / Metal

 

Durata:
0' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
21.12.2012

 

Etichetta:
New Idols
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Distribuzione:
Self Distribuzione
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Agenzia di Promozione:
Gatti Promotion Heavy Division
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Recensione

L’universo delle compilation continua inesorabilmente la sua folle corsa in tutte le sue forme, ed è ciò che ha scelto il maestro Gabriele Bellini, chitarrista toscano dal bagaglio tecnico ed un curriculum di tutto rispetto, per promuovere la sua nuova scommessa: “Underworld collection Chapter 1 collision”.
E quando si parla di GB si parla delle 6 corde e non solo; quattordici tracce strumentali interpretate dai migliori talenti provenienti dall’underground italiano, aimè sempre più in difficoltà, ma più vivo che mai.
Molteplici sono le sfumature ed i generi che lo compongono, dal metal di ultima generazione a sonorità acustiche quasi folk.
“Cerebral Input” ottimo brano d’apertura eseguito dallo stesso Bellini, e Matteo Cialdi, con un trascinante riff iniziale ci guida sulla pista pronti per il decollo. Fantasia, velocità ed elettronica fanno il resto.
Anche “Cybertron Destruction” di Marco Pacini non toglie gas a questa partenza. Uno speed elettronico assai cupo e pieno di cambi di tempo, sembra davvero di volare sul pianeta degli Autobot.
“Digital Violence” sembra voler mischiare le sonorità dell’heavy più classico all’elettronica riuscendoci bene. Mentre Spicca all’ascolto anche la chitarra acustica di Federico Malloggi con “Wild Mustang’Heart”, una melodia che scalda delicatamente le orecchie.
Stessa incantevole atmosfera si respira con “pattern of the beings” di Debireon.
Con “State of Mind” di Alessandro Gatti ripartono le distorsioni, un ottima rivisitazione in chiave moderna dell’intramontabile glam/rock.
Stesso discorso per “Reborn” brano targato Vanmod, un mix tra passato e presente, complice soprattutto la batteria elettronica col tipico sound anni ’80.
Non posso non nominare “Cueta” di Andrea Campani, altro brano acustico molto curioso dove, il bravo Andrea è riuscito a miscelare sonorità latine con melodie dal carattere mediorientale.
Sul finale c’è posto pure per il basso con “Dade“ di Mirko “bassbreaker” Serra, dove si torna a viaggiare molto sull’elettronica.
Quest’avventura di Bellini e soci credo non rimarrà anonima. Ho ascoltato i brani uno dopo l’altro molto volentieri, chi ama lo strumentale non dovrebbe farsi mancare un prodotto del genere.
Il made in italy è sinonimo di qualità anche nella musica e soprattutto nell’underground o meglio, nelll “Underworld”.

Track by Track
  1. Cerebral Input 85
  2. Cybertron Destruction 80
  3. Digital Violence 75
  4. Modulator Demodulator 60
  5. Spritze 60
  6. Wild Mustang'Heart 80
  7. Patter Of The Beings 75
  8. State Of Mind 75
  9. Reborn 80
  10. The Sacrifice Death 65
  11. Curious Snake 65
  12. Desperation 70
  13. Cueta 85
  14. Dade 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
74

 

Recensione di Pare » pubblicata il 23.03.2013. Articolo letto 2608 volte.

 

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