Hyena Ridens «Cave Canem» (2014)
Recensione
A volte quasi ti dispiace bocciare certe bands, come questi napoletani Hyena Ridens, che arrivano al loro primo disco autoprodotto, fatto di 7 canzoni più intro e intermezzo di ciò che si potrebbe definire Alternative Rock molto leggero. Talmente leggero che sinceramente ha ben poco a che spartire con la musica che normalmente trattiamo in questo sito.
Tralasciando infatti una copertina orrenda, di quelle che davvero ti scoraggiano all’acquisto dell’album, l’ascolto di “Cave Canem” non mi ha convinto perché gli HR ci provano e ci riprovano per tutto l’album, ma il loro songwriting è costantemente zavorrato da eccessive lungaggini che rendono le canzoni non molto scorrevoli e coi ritornelli troppo insistiti, altre volte invece sono troppo lente, altre volte ancora è la canzone a non essere sostenuta da delle linee vocali convincenti (soprattutto quelli della terza e quarta canzone) e in generale le canzoni risultano per questo motivo opache, annacquate, con troppi momenti morti che ne neutralizzano la riuscita, come l’ottava canzone, che cerca di essere più diretta e punk oriented ma dilapida tempo e arrangiamenti in maniera sbagliata, e “Punti di fuga”, che tenta la carta della follia senza convincere più di tanto. E tutto questo senza ignorare altri fattori come una tracklist spenta e difficile da capire, come un intro troppo lungo, un inizio non particolarmente agile, una parte centrale molto (troppo) languida e con la sola “Suoni randagi” a comunicarmi qualcosa di positivo, anche se neppure questo brano è del tutto ben riuscito, come il ritornello troppo insistito che alla fine finisce solo per annoiare.
Insomma: io non nego che “Cave Canem” è il frutto di un buon impegno, non nego che almeno come realizzazione tecnica è decente, ma secondo me è un disco che vivacchia, che stanca all’ascolto e dove le canzoni, a volte ridondanti, altre dispersive e altre ancora troppo narcolettiche, non sono mai scevre da qualche difetto e a dire la verità a volte sembra non finiscano mai. “Cave canem” non è un cd ignobile, ma è poca cosa.
Track by Track
- Cave Canem - Intro S.V.
- Cane 55
- Cellula 50
- Non basta il mare 50
- Metamorfosi 50
- Tempesta - Intermezzo S.V.
- Suoni randagi 60
- Hyena Ridens 55
- Punti di fuga 55
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 30
- Originalità: 45
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
50Recensione di Snarl » pubblicata il 15.09.2015. Articolo letto 1935 volte.
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