Iron Mask «Black As Death» (2011)

Iron Mask «Black As Death» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Barbaro »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1364

 

Band:
Iron Mask
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Titolo:
Black As Death

 

Nazione:
Belgio

 

Formazione:
Mark Boals - Vocals
Dushan Petrossi - Guitars
Vassili Moltchanov - Bass
Roma Siadletski – Vocals/shouts
Mats Olausson - Keyboards
Ramy Ali - Drums

 

Genere:

 

Durata:
1h 2' 23"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Gli Iron Mask sono perfetti. Ma di quel tipo di perfezione che non sempre e’ buona, come quando si guarda una bella donna e si nota che la sua bellezza e’ dovuta a qualche piccolo difetto, del resto e’ il sorriso strano a rendere famosa in tutto il mondo la Gioconda di Leonardo. Ecco, gli Iron Mask, non hanno il sorriso strano della gioconda e il loro prodotto, seppur qualitativamente eccelso, per qualcuno potrebbe scadere un po’ nell’anonimato.
Il gruppo belga suona un metal neoclassico che si avvicina ai gusti di chi apprezza Malmsteen, Iron Maiden e Rainbow, anche se in realta’ gli infussi di detti artisti sono limitati e non invadono completamente il repertorio, soprattutto in questo disco che apre con una poderosa title track: Black as Death fatta da un tempo veloce e da cori potenti, forse uno dei pezzi piu’ epici di tutto l’album. Scorre quasi inascoltata Broken Hero, e forse anche Feel the Fire, la quale, non fosse per il suo tempo veloce e per il tipo di arrangiamento “power” sarebbe rimasta pressoche irrilevante.
Genghis Khan invece e’ la vera sorpresa dell’album: l’introduzione degli strumenti a corde orientali da’ il via a una composizione articolata e originale. Molto strutturata, su un mid tempo che rende il pezzo ancora piu’ epico. Altrettanto epico, soprattutto nei cori e’ God punishes, I kill, con un groove che va in crescendo e cambia nei tempi
A far tornare con i piedi per terra ci pensa Rebel Kid, interessante ma non all’altezza dei due pezzi precedenti, qualcuno lo definirebbe il pezzo easy necessario a tutti i dischi…
Dopo Rebel Kid arriva il cosiddetto cazzotto con Blizzard of Doom, pezzo con pochi fronzoli, molto aggressivo e molto veloce, velocita’ che poi rallenta sul successivo e obiettivamente irrilevante The Absence.
Nella ballad Magic Sky requiem si possono apprezzare le eccelse qualita’ di Mark Boal il cantante che gia’ altrove aveva dato prova delle proprie abilita’ qui si concede a una dimostrazione di tecnica estensione e “colore” della voce davvero notevoli. La potenza torna poi con Nosferatu, altro pezzo “ciccione” dove non solo Boal esprime anche le sue capacita’ nel growl, ma dove anche gli altri non lesinano velocita’ e tecnica, sia nella parte ritmica che in quella melodica.
In definitiva, come dicevo all’inizio, gli Iron Mask hanno qualita’, potenza e tecnica, forse troppa per non rendere sterile un lavoro che comunque lascia il segno.

Track by Track
  1. From Light Into The Dark 65
  2. Black As Death 80
  3. Broken Hero 65
  4. Feel The Fire 65
  5. Genghis Khan 85
  6. God Punishes, I Kill 85
  7. Rebel Kid 80
  8. Blizzard Of Doom 80
  9. The Absence 65
  10. Magic Sky Requiem 90
  11. Nosferatu 85
  12. When All Braves Fall 90
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 95
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 95
Giudizio Finale
80

 

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