Machina Coeli «Lure Of The Forgotten Lake» (2019)
Recensione
Strano quanto intrigante il destino di questi Machina Coeli, band strumentale forte del proprio operato rilasciato all’affidamento di un synth unificato a qualche annessa percussione diretta a stendere su tappeto rosso le proprie emozioni. Il lavoro, un disco totalmente strumentale in versione ambient, garantisce un operato parametrabile alle ultime opere del maestro Varg Vikers, ma anche i primi lavori di Mortiis, i cui contenuti paiono ancestrali e misteriosi proprio in considerazione del fatto che il primo lavoro, uscito quasi un ventennio fa e distribuito dall’etichetta californiana Moonlight Records, vide pochi giorni dopo il rilascio del disco la scomparsa del fondatore dell’etichetta proprio all’inizio di un bosco; fu in effetti ritrovata solamente la propria autovettura e la ricevuta di acquisto di una pistola ma nulla di più. In ogni caso la vena di mistero si respira e propaga ininterrottamente anche nel corso dell’ascolto delle tre tracce che rievocano indubbiamente nella vena ambient echi di matrice epica appartenenti ad un passato fatto d’armi, di battaglie, corti e castelli. Intrigante la cover del disco che rievoca simbolismi medioevali tra armi e gufi. Le tre tracce superano la mezz’ora di ascolto ed offrono per l’appunto mistero ed oscurità che indubbiamente non lasceranno indifferenti, come chi scrive, l’operato creativo ed emozionante della band.
Track by Track
- Approaching The Forgotten Lake 85
- Lure Of The Forgotten Lake 80
- Search Of The Lost Scrolls 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 80
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
81Recensione di Wolverine » pubblicata il 11.11.2019. Articolo letto 1421 volte.
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