Malacoda «Restless Dreams» (2018)

Malacoda «Restless Dreams» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Fleshrequiem »

 

Recensione Pubblicata il:
19.10.2018

 

Visualizzazioni:
1504

 

Band:
Malacoda
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Titolo:
Restless Dreams

 

Nazione:
Canada

 

Formazione:
Lucas Di Mascio – Vocals
Tiny Basstank – Bass
Vlad “The Vampire” Prokhorov – Drums
Mick D Kiss – Guitar

 

Genere:
Dark Melodic Metal

 

Durata:
1h 0' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
19.10.2018

 

Etichetta:
Rockshots Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Asher Media Relations
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Recensione

Gruppo canadese della RockShot con un lavoro alle spalle sicuramente dotato di maggiore "aggro" e più "arcano" del nuovo venuto "Restless Dream" che abbandona definitivamente l'impronta sonora più affine al "power oscuro" per dedicarsi invece a proposte più da band della Peaceville. Parliamo di un melodic metal con influenze Dark/Gothic che trae il concept da Silent Hill 2 ma che non riesce a mio parere a creare pienamente un' atmosfera orrorifica, più sentimentale direi; per dirla tutta ci sono brani che io vedrei bene addirittura al posto di "Decode" in Twilight (che è un pezzo della madonna).
E' un peccato dal punto di vista dell'intensità e dell'originalità, non di concept, ma di resa a livello di suono; suonava decisamente più genuina una "Penny Dreadfull" (traccia del precedente album "Ritualis Aeterna") che una "Wrapped in Laments" che suona molto più "canone", ma voglio entrare nei dettagli di "Restless Dream" quindi andiamo avanti.
Le sonorità sono in maggioranza fac-simile ai Katatonia e l'alone angosciante e nebbioso di Silent Hill non c'è; è come si fosse scelto di accentuare il lato sentimentale del gioco o almeno questa è la tendenza che pare prevalere se si ascolta ad esempio la già citata "Wrapped in Laments", brano ben strutturato e prodotto come tutti ma con una forte attitudine melodica anche tendente allo "smielato" che non dà assolutamente l'idea di essere immersi in una città fantasma dove non vola una mosca a parte il cigolio dei cancelli o delle insegne. Nel complesso l'album pare essere più ispirato dal gioco ma interpretato in molto molto soggettivo o magari si è scelto di non dare molto spazio a quanto di misterioso e tremendo ci sia nella saga ma ad un'altro aspetto (io ho giocato il primo e faceva cagare addosso dalla paura, niente che abbia a che fare con questa musica, ma mi rendo conto che potrebbe essere un giudizio superficiale in quanto il gioco non l'ho poi così tanto approfondito, ma non sono qui a giudicare questo).
Per carità, non stò mettendo in discussione la scelta dei mood e dell'"amount" melodico ma piuttosto l'affinità al concept che è quello di un gioco horror e che non suona horror, tutto qua, fatta eccezione per "non-brani" come "In Static" o "Darkness Leads The Way", instrumentali elettronici estremamente più vicini a quello che mi aspettavo quando ho letto le premesse.
Il confine con gli HIM è li li per essere varcato quando ad intervenire sono Knives e Mannequin Heart (brano con video) che, pur mantenendo quei minimi comuni denominatori di melodia vanno decisamente a stabilizzarsi arricchendo il tutto con intelligenti e gradevoli soluzioni elettroniche e scie gotiche supportate anche da parti recitate e cori intensi il quanto basta da riuscire a catapultarti in un mondo decisamente più denso di tensione e mistero rafforzato ulteriormente dal ritorno ad un orientamento allo screaming di "Youth is Innocence" messo un pò da parte da "I Got A Letter". Arriviamo dunque a "Doppelganger", forse uno dei pezzi più interessanti e ben fatti ovvero la "Dott.Jekyll" della situazione composta inizialmente con una base fioca di synth, chitarre echeggianti e voce in clean con addirittura dei cori in falsetto verso la metà dove successivamente avviene un cambio repentino di mood e dove il distorto fa da padrone, così pure per quello che rimane dell'album che da "Dominance" in poi si incattivisce e la band ricorre molto più spesso ad elementi aggressivi più vicini al primo album pur essendo anch'esso non privo di brani romantici come ad esempio "Linger Here".
In sintesi, quello che troverete è presentabilissimo dal punto di vista della cura in termini di produzione e della struttura dei brani, sicuramente non stiamo parlando di composizioni articolate e virtuose ma il poco chè c'è è sfruttato al massimo; i mood sono decisamente di stampo gothic e dark anche se di orientamento metal ma non è un mio parere un cd adatto a chi predilige riff massici, ritmiche spedite e sonorita violente, al contrario, è un bagno melodico pur avendo una componente estrema in più brani e non c'è horror o ce n'è molto poco, o almeno, un chorus catchy per me nn è horror come pure un riff bello denso in palm muting con un cantato graffiante non lo è, come ho già detto non pare una volontà di creare quelle atmosfere ma piuttosto un input su qui lavorare qualcosa di personale, creare delle proprie soundtrack ad esempio.
E' comunque un lavoro che può camminare a testa alta su tutti i punti di vista poichè non presenta alcuna pecca di rilievo, direi che la promozione è dovuta.

Track by Track
  1. The Fog Of Memory S.V.
  2. I Got A Letter 70
  3. Wrapped In Laments 65
  4. In Static S.V.
  5. Knives 70
  6. Mannequin Heart 70
  7. Youth Is Innocence 70
  8. Doppleganger 75
  9. Darkness Leads The way S.V.
  10. The Labyrinth Within 70
  11. Dominance 70
  12. Abstract Care 70
  13. The Symbol Of Pain 70
  14. Our Special Place 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
69

 

Recensione di Fleshrequiem » pubblicata il 19.10.2018. Articolo letto 1504 volte.

 

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