Martyr Lucifer «Farewell To Graveland» (2011)

Martyr Lucifer «Farewell To Graveland» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2928

 

Band:
Martyr Lucifer
[MetalWave] Invia una email a Martyr Lucifer [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Martyr Lucifer [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Martyr Lucifer [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Martyr Lucifer

 

Titolo:
Farewell To Graveland

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Martyr Lucifer: Vocals, synth, programming
Arke: Guitars
Evgeniy "Vrolok” Antonenko: 5-string bass guitar
Bless: Piano, keyboards
Adrian Erlandsson: Drums
Grom: Drums
Leìt: Additional vocals, photography, digital manipulation

 

Genere:

 

Durata:
56' 11"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

“Farewell To Graveland” è il nuovo progetto di Martyr Lucifer, personaggio dal curriculum metallico invidiabile, passato attraverso importanti collaborazioni con esponenti del metal internazionale (per i dettagli biografici vi rimando alla sua pagina su Facebook).
Questo album si allontana dallo stile più estremo a cui Martyr ci aveva abituato in formazioni di genere black o death metal, percorrendo una strada più vicina alla darkwave; ma è solo una linea di tendenza, dato che l'intero lavoro suona diverso ed ispirato in ogni suo brano e non abbandona mai una dimensione metallica fatta di ritmiche imperiose e precise e chitarre sature ed infuocate.
Se le prime tre tracce dopo la pomposa introduzione rincorrono le sonorità dei Sisters Of Mercy più decisi, (sia nelle ritmiche che nell'impostazione vocale), non mancano altresì aperture più moderne e diversificate, come la ballad “Noctua Munda”, che offre delle bizzarre aperture elettriche che oserei definire grunge(!), più un finale acido ed elettronico.
“Onironauta” è un brano più furioso, pressoché interamente strumentale, con una feroce coda di violenza e blastbeat, contrastata dalla successiva ballata folk, “L'Albero Ed Io”, registrata come se uscisse da un disco degli anni 40.
Lungo il resto dell'album si trovano ancora suoni più tipicamente nordeuropei anni 90, come quelli dei Tiamat, o dei Sundown, per citarne un paio; vale a dire ritornelli orecchiabili e ben definiti, muro di chitarre e tastiere in primo piano, ricchezza di suoni sintetico-crepuscolari.
Il brano più ambizioso è sicuramente “The Horseride”, della lunghezza di oltre dieci minuti; comincia ispirato ad un gothic rock molto energico, ma presto si abbandona ad uno scenario anni 70 che richiama a grande voce i Pink Floyd più romantici (non i più psichedelici), soprattutto per via di un assolo particolarmente in linea con un album quale “The Dark Side Of The Moon”.
Quello che risulta lapalissiano dall'ascolto è che Martyr Lucifer punta in alto: ha pubblicato un lavoro sicuramente denso, ma che chiama in causa le sonorità più in voga degli ultimi tempi, il revival anni 80, le morbidezze progressive dei '70; quindi indirettamente instaura un legame con gli ascoltatori di gruppi come Anathema e Opeth, che ad oggi riscuotono molti consensi. Senza dimenticare la presenza di un musicista del calibro di Adrian Erlandsson in veste di session (più componenti degli Ancient). Sarebbe quindi facile parlare di mossa commerciale, ma risulta davvero difficile criticare materiale di cotanta professionalità e in ogni dettaglio (composizioni, registrazione, grafiche) con il pregio di non essere solo un esercizio di stile, ma di riuscire a comunicare con momenti evocativi, intriganti e, come dicevo all'inizio, ispirati.
Perciò il mio consiglio è questo: se quello che avete letto in questa recensione è di vostro interesse, un ascolto a questo disco dovreste darlo, anche distratto, perché ha tutte le carte in regola per convincervi da subito; successivamente potrete approfondire e coglierne le molteplici sfumature. Un lavoro oltremodo meritevole.

Track by Track
  1. Janus 75
  2. Farewell to Graveland 75
  3. Turmoil 75
  4. From Under The Ground 75
  5. Noctua Munda 80
  6. Onironauta 80
  7. L'Albero Ed Io 70
  8. The Dustflower 80
  9. They Said With Time All Wounds Will Heal 75
  10. The Horseride 80
  11. Waiting For The Dawn 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
77

 

Recensione di June » pubblicata il --. Articolo letto 2928 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti