Nebrus «Twilight of Humanity» (2009)

Nebrus «Twilight Of Humanity» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2047

 

Band:
Nebrus
[MetalWave] Invia una email a Nebrus [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Nebrus [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Nebrus [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Nebrus [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di Nebrus

 

Titolo:
Twilight of Humanity

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Noctuaria :: All Vocals
Mortifero :: Instruments

 

Genere:

 

Durata:
41' 14"

 

Formato:
Promo CD

 

Data di Uscita:
2009

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Arrivano al debutto anche I Nebrus, band proveniente da Massa. E lo fanno con una produzione che potrebbe benissimo essere considerata un full length vero e proprio, visto che il minutaggio totale oltrepassa i 40 minuti. Curiosa la scelta di questo duo, che unisce delle influenze tipicamente Black norvegesi (Palesi nella opener “Io sono la bestia”), ad un debole per tempi di batteria medi, che non sfociano mai nel depressive o nel doom. A tutto questo aggiungeteci una voce (a cura di Noctuaria) che solo nella prima canzone si lancia nel consueto cantato screaming, alternato spesso a timbriche diverse, atte a dare un certo che di teatralità alla musica. E questo avviene con la riproposizione di soluzioni vocali già sentite da Cadaveria in “The Black Opera: Symphoniae Mysteriorum in Laudem Tenebrarum”, mentre altri passaggi di voce volutamente più sgraziata (nettamente predominanti) sembrano emulare le strazianti litanie di Diamanda Galàs.
Il risultato è altalenante, fenomeno abbastanza normale per quelle bands che sin da subito si buttano sulla sperimentazione e sulle durate elevate delle loro releases (niente in contrario, intendiamoci): se infatti l’opener “Io sono la bestia” incuriosisce per la bontà musicale del brano e per degli stili vocali che non sono granché usati nel metal, ma che qui vengono abbastanza ben riproposti, il resto dei brani non riesce mai a confermare la bontà del primo brano, ed anzi ci tocca sempre annotare qualche cosa che fa da demerito. “Triumph of death” parte per esempio con un riff che è uguale a “Slaktereika” dei Khold, e pur se il brano, dall’incedere stentoreo e vagamente allucinato, manifesta degli arrangiamenti di batteria che apprezzo, non altrettanto si può dire delle linee vocali che risultano monotone, facendo così sedere il brano. “The weight of knowledge” è simile alla traccia precedente, ma non presenta i begli arrangiamenti di cui sopra. E se una “Praise of Madness” riporta curiosità sul brano per via di riffs sempre dissonanti e per la maggiore dose di sperimentazione, il resto dell’album cala in una specie di torpore dove i brani si segnalano per essere discreti, ma nulla più. Chiude il disco una cover di Burzum, che personalmente trovo completamente fuori contesto e che non c’entra nulla col resto dell’album.
Insomma: il risultato, lo ripeto, è altalenante. La posta in gioco in effetti era alta, e i Nebrus pur non avendo assolutamente fatto una schifezza inascoltabile mostrano che sono ancora una band un po’ acerba: la voce, anzitutto. Non è qualcosa di mal fatto, ma il lavoro di Noctuaria penso dovrebbe crescere in quanto a personalità, visto che spesso si ha l’idea che la voce si trascina un po’ verso la fine dei brani, senza eccellere. Per quanto riguarda la musica, il substrato Black Metal procreato da Mortifero non è male, e anzi sa avvalersi di diversi stili compositivi, ma anche qui, anche se meno, intravedo margini di sviluppo, come una revisione dei gusti in fase solista, una minore ripetitività che sembra affliggere un po’ gli ultimi due brani della band, ed una maggiore originalità visto che a volte i brani, come la terza e la quarta traccia, non sono granché diversi tra loro.
In conclusione: sembrerebbe che la band abbia un certo potenziale, cosa evidente quando, o in bene o in male, ci sono tante cose da dire per descrivere l’album, però lo ripeto: per ora i Nebrus sono un gruppo senz’altro lungimirante e ambizioso, ma allo stato attuale ancora un po’ pretenzioso e acerbo. Chiaro che il voto dato ai Nebrus vale più di certe clone bands, è chiaro anche che con questo stile proposto i Nebrus non sono per tutti, ma ciò non toglie che ai buoni propositi e alle buone intuizioni vada affiancata maggiore esperienza, coesione e personalità. Vediamo con la loro prossima uscita che cosa sanno fare.

Track by Track
  1. Nocturnal Predator 65
  2. Io sono la Bestia 75
  3. Triumph of Death 65
  4. The weight of knowledge 55
  5. Praise of Madness 70
  6. Nightwolf's gaze 60
  7. Litany of Misanthropy 60
  8. Black Spell of Destruction - Burzum cover 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
65

 

Recensione di Snarl » pubblicata il --. Articolo letto 2047 volte.

 

Articoli Correlati

News
Live Reports
Concerti