Node «In the End Everything is a Gag» (2010)

Node «In The End Everything Is A Gag» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Lord Lucyfer »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
3084

 

Band:
Node
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Titolo:
In the End Everything is a Gag

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Rex – voce
Gary – chitarra
Attila – chitarra
Gabriele – basso
Marco – batteria

 

Genere:

 

Durata:
38' 57"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Quinto album in studio (a cui si aggiungono 2 EP, un Demo ed un DVD) per una delle bands più attive del panorama Metal tricolore: i milanesi Node, attivi ormai dal lontano 1994 ed arrivati al deal con la Scarlet Records, per la quale esce questo splendido “In the End Everything is a Gag”. Il Thrash/Death tecnico del quintetto meneghino ha trovato, a mio modo di vedere, un nuovo picco grazie a questo lavoro, nel quale non c’è un solo difetto che sia uno!

In primis c’è da dire che il nuovo vocalist, Giuseppe “Rex” Caruso (già negli Ira) non fa per nulla rimpiangere lo storico vocalist Daniel Botti: un compito difficilissimo quello di Rex, che ha però adempiuto al suo dovere fornendo una prestazione (mi si passi il termine) coi controcazzi! Decisamente in forma è sembrato anche Gary, chitarrista e membro storico dei Node: il suo songwriting è ispiratissimo per tutta la durata del cd, e la prova alla sei corde (insieme ad Attila) è da doverosa menzione di merito.

Venendo al disco, come dicevo sopra “In the End Everything is a Gag” non ha nemmeno un difetto. Produzione massiccia e potente senza nemmeno una sbavatura, tanto per cominciare. Un sound che risulta essere oltremodo moderno, ma che di certo non farà storcere il naso ai più puristi. Basta anche solo l’attacco del cd con “100% Hate”: niente intro, nessun suono che sale man mano. Niente. Un attacco diretto e potente, per uno dei pezzi più tirati che m’è capitato d’ascoltare in questi ultimi tempi (m’han ricordato un po’ gli Swashbuckle, anche se per anzianità sarebbe giusto dire il contrario). “When I Believed in God”, “This Ocean” ed “All My Faults” sono altre perle di rara bellezza, songs che vanno di diritto fra quelli che dovrebbero essere i cavalli di battaglia della band milanese. Ed in più alla fine, i Node ci sorprendono con una chicca: la cover di Billy Idol “Rebel Yell”, rivisitata in chiave Node ma che, andando ben ad ascoltare, poco si discosta dall’originale.

I Pure Italian Motherfuckers sono in giro ormai da 16 anni, hanno un curriculum Live da fare invidia a molti e sono riusciti a migliorarsi ulteriormente con questa loro ultima fatica. Insomma, non c’è assolutamente da chiedere nulla più ad un disco che rasenta la perfezione. Diate fiato alle trombe, signori: i Node sono ancor più pronti, ormai, a dare uno scossone al mercato Metal europeo. E su questo, ci metto la mano sul fuoco.

Track by Track
  1. 100% Hate 90
  2. The White is Burning 75
  3. When I Believed in God 80
  4. This Ocean 85
  5. New Order 75
  6. Mia Follow Me Down 70
  7. All my Faults 80
  8. The Masks of Life 70
  9. Rebel Yell (Billy Idol cover) 70
  10. In Death you Live 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
79

 

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