Noir Project «Saved» (2016)
Recensione
Dopo l’uscita di due Ep i Noir Project provenienti dalla città di Torino ci presentano il loro disco d’esordio intitolato “Saved” recentemente uscito con l’americana Mervilton. La band elabora nelle dieci tracce dell’album un sound che va sostanzialmente ad abbracciare rock unito a stoner il cui risultato non tarda a generare delle ritmiche mordenti a cui vanno ad insinuarsi anche piacevoli contesti sviluppati dal synth. Una costante attività live soprattutto europea ha aiutato non poco la band sia a trovare la giusta ispirazione per realizzare questo disco che ad incentivare la propria crescita musicale. Buona risulta la proposta della parte vocale incontrata sul clean e sullo scream capace di generare quel corretto equilibrio tra i momenti meno irruenti rispetto ad altri. Nel corso dell’ascolto emergono sonorità in chiave moderna i cui richiami non tardano ad avvicinare la band ai Tool e in alcuni casi ai Perfect Circle; le ritmiche raramente risultano piatte ma spesso ci si imbatte in brani che anche indirettamente tendono in alcuni passaggi un po’ a ripetersi rispetto ad altri. “Saved” apre il disco con una introduzione, forse anche un po’ troppo lunga, all’interno della quale viene poi a prendere corpo una discreta dose ritmica che va a mantenersi con le giuiste variazioni sino alla conclusione del brano; segue “Lonely Whale”, brano estratto dal precedente singolo uscito nel 2014 che nel corso del tempo ha influenzato, così come dichiarato dalla band, l’intero album. “Strawberry Squirt” apre con un intro dove una successiva ed imponente ritmica sempre mista tra rock e stoner e inserimenti in synth fa da pista ad una buona proposta vocale. Si prosegue con la successiva ”Three Centuries” pacata e moderata nei contenuti, quasi a voler concedere una pausa dimostrando che i distorti cazzuti non sono in fondo tutto. Anche “Sovereign” si mantiene sulla lunghezza d’onda del precedente brano rilasciando di tanto in tanto un ritornello aggressivo; “Time for the Younger Generation” si propone sempre con una ritmica decisamente moderata ma allo stesso tempo moderna nei contenuti. “The Dazzling Confessions of a cannabis Eater” vede anche l’inserimento del flauto nella sua struttura che si rileva questa volta come in un crescendo all’interno del quale esplode tutta quell’energia che la band vuole sostanzialmente trasmettere all’ascoltatore; seguono “ Modern Life”, “M” e “W” ultimi tre brani più rock il primo decisamente più stoner il secondo per il suo sound più sporco e polveroso sino all’ultimo decisamente pacato quasi rilassante nei contenuti per sussistendo sempre quella vena di aggressività sonora che la band non vuole mai abbandonare. Il disco dimostra una discreta preparazione della band anche se in alcuni casi, come già precedentemente osservato alcuni passaggi paiono ripetitivi ma non tali da annoiare o compromettere l’ascolto.
Track by Track
- Saved 65
- Lonely Whale 65
- Strawberry Squirt 70
- Three Centuries 70
- Sovereign 65
- Time for the Younger generations 65
- The Dazzling Confessions of a cannabis Eater 65
- Modern Life 65
- M 70
- W 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 70
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
67Recensione di Wolverine » pubblicata il 03.09.2016. Articolo letto 1508 volte.
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