Ravnkald «The Pagan Resistance» (2021)
Recensione
Sesto full length per i Ravnkald, un progetto definito Black Metal internazionale, e che in questo “The pagan resistance” è composto da due messicani, un venezuelano e un italiano, cioè il cantante degli Hortus Animae, ed insieme ci propongono 7 brani più intro e outro ripartiti in 46 minuti e mezzo. L’ascolto di “The Pagan resistance” però rivela un difetto abbastanza strano, ed è quello di avere una direzione musicale abbastanza scomposta, visto che il disco qui presentato come black metal si rivela in realtà essere più a suo agio su sonorità molto meno distorte e con cantato pulito, come una specie di mix tra Post, doom e folk. A tutto questo si uniscono dei riffs black metal effettivamente ben collegati, ma il cui esito poco aggiunge alla resa complessiva del brano.
Infatti, questa dicotomia sonora è evidente già in parte in “Nerthus”, dove il tocco solare e molto atmosferico dei Sear Bliss sembra insinuarsi, ma è dal terzo brano che la componente melodica va a massimizzarsi e a prendere il sopravvento su quella più black metal, e anche quando compare un bel riff arrogante come nella title track, è solo per un minuto o meno, e poi dopo un intermezzo di samples guerreschi (soluzione un po’ cliché per la verità) si ritorna al mood Post/folk di prima, e “Her heart is a grave” e “The wind blowing on the last day” non hanno praticamente niente di black metal. Solo “Epicedio…” è un brano che coniuga al meglio queste due influenze.
Cosa rimane? In realtà “The pagan resistance” non è un brutto album, anche se alcuni brani sfumano incompleti e “As cold as venom” mi sa di brano evitabile, ma è il tipico caso di disco fatto da una band che dice di fare un genere, e poi gliene viene più naturale farne un altro, che non a caso è maggiormente presente. Per questo motivo “The pagan resistance” è un disco di nicchia ma interessante se cercate qualcosa che unisce musica Post, folk/pagan e doom con giusto qualche elemento di Black Metal, ma vi deluderà se cercate una gelida cavalcata tipo primi Borknagar o Enslaved. A voi la scelta; il voto rispecchia un album discreto e non male anche se di nicchia, ma anche con qualche falla compositiva qua e là, descritta più sopra.
Track by Track
- Heilog Votn - Intro S.V.
- Nerthus 65
- Circumumbalation 65
- The pagan resistance 70
- Her heart is a grave 70
- As cold as venom 55
- The wind blowing on the last day 60
- Epicedio – Sage and whispering ghosts 70
- Heilog Votn II - Outro S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 60
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
66Recensione di Snarl » pubblicata il 19.11.2021. Articolo letto 881 volte.
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