Shivers Addiction «Artificial Paradise» (2020)

Shivers Addiction «Artificial Paradise» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
04.08.2021

 

Visualizzazioni:
897

 

Band:
Shivers Addiction
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Titolo:
Artificial Paradise

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Gino Pecoraro :: Guitars
Angelo De Polignol :: Drums
Marco D. Panizzo :: Guitars
Tony Colella :: Bass
Davide Prestigiacomo :: Vocals

 

Genere:
Prog Metal

 

Durata:
54' 35"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
18.09.2020

 

Etichetta:
B District 8
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Promettente buon ritorno sulle scene per gli Shivers Addiction da Saronno, che con questo “Artificial Paradise” abbracciano il substrato rock/metal (con punte sparute di thrash) e lo condiscono con una forte dose di progressive, caratterizzato sia da fughe soliste che da una musica che rifugge la forza canzone, sia da una passione per le partiture ritmiche, che spesso tendono a rifuggire il 4/4.
Se infatti “Remote Control” si manifesta proprio in questo modo, con un songwriting mutevole e variegato, è con le successive “Eve” e “Chicago” che si afferma il sound degli SA, e in cui le potenzialità del brano d’apertura vengono massimizzate, saltando parte troppo metal e inefficaci, nonché fuori contesto come l’inizio anomalo della title track. La forza di questi ragazzi sta infatti non nel suonare ogni tanto come quel genere e ogni tanto come quell’altro, ma mescolando le varie influenze per un risultato chiaramente che spazia molto tra i generi, ma la cui fusione è quasi inecepibile. Non a caso i miei brani preferiti sono “Nobody’s land” e “Warmachines”, ovvero due vere e proprie summe compositive in cui il sound degli SA diventa sfaccettato e definito, e dove la chitarra solista svolge un eccellente lavoro, specie in “Warmachines”, mentre l’altro brano è ad appannaggio della voce di Davide, che svolge un ottimo lavoro.
Con qualche riserva sulla variazione dei mood (i nostri ragazzi sanno senz’altro variare i generi, ma i moods dei brani non variano molto ed è una cosa che ci manca), va detto che “Artificial paradise” è comunque un lavoro molto interessante per chi ricerca un buon disco Progressive Rock non d’epoca ma neanche moderno, e con un certo feeling per le partiture astratte. Da seguire.

Track by Track
  1. Remote Control 70
  2. Eve 70
  3. Artificial Paradise 65
  4. Chicago 70
  5. This Song Has No Lyrics 70
  6. Nobody's Land 75
  7. Monologue Of A Soldier - Intermezzo S.V.
  8. Warmachines 80
  9. Forsaken Son 65
  10. Chain Reaction 70
  11. Lost But Alive 70
  12. Requiem For The Missing . Outro 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
71

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 04.08.2021. Articolo letto 897 volte.

 

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