Silver Nightmares «Apocalypsis» (2022)

Silver Nightmares «Apocalypsis» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Zolgia108 »

 

Recensione Pubblicata il:
13.09.2023

 

Visualizzazioni:
447

 

Band:
Silver Nightmares
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Titolo:
Apocalypsis

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
LINE-UP:
Michele Vitrano - Lead & Backing vocals
Mimmo Garofalo – Acoustical, Classic and Lap Steel guitars, Lead and Rhythm Guitars,
Ukulele, Sitar.
Emanuele Lo Giudice – Lead and Rhythm Guitars, Bass.
Gabriele Esposito – Bass Gabriele Taormina – Keyboards and backing vocals
Alessio Maddaloni – Drums and Percussion, Trumpet, Harp, Backing vocals.
Special Guests:
Lorenzo Mercurio: Lead & Backing Vocals on "WIZARDS, WITCHES AND
SORCERERS", Backing vocals on "ETEMENANKI", "SEA OF SIKELIA"
Giulio Maddaloni/Ace Of Lovers: Flute on "WIZARDS, WITCHES AND SORCERERS"
Monica D'Anna: Lead & Backing Vocals on "ETEMENANKI"
Sergio Sansone: Lead & Backing Vocals on "8"
Andrea Abram Gallì: Trumpet on "8"
Marcello Nicolosi: Classical Guitar on "INTANGIBLE"

 

Genere:
AOR / Progressive Rock

 

Durata:
44' 16"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
01.11.2022

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

"SapHiens" inizia d'impatto con rimandi, quasi inevitabili, a Darwin, poi subentra la voce, all'assalto col suo superego molto ego e poco super.
Un po' di Rush & Heavy che viaggia ai margini dello scontato, con un solo di chitarra fine a se stesso pronto a slegare del tutto un brano che già si era perso di suo.
Narcisismo musicale.
"Nefertiti" ha un intro promettente, forse perché sono riuscito per un attimo ad immedesimarmi nella aggressività degli intrecci basso/batteria, ma poi di nuovo torna la voce a coprire il tutto. Non mi permette di capire le sfaccettature strumentali, per la prima volta mi trovo quasi indisposto. Di nuovo il solo di chitarra non apporta nulla ed è completamente sconnesso, non c'è un'idea di insieme.
"Etemenanki" ha del Sadist (Nadir in particolare) e a tratti un po' di Prince of Persia, il cantante riesce ad essere più gradevole e apprezzabile alle mie orecchie, forse perché si mescola meglio al contorno, ma purtroppo tenta di salire oltre i suoi limiti, ed è sempre meglio accettarli che oltrepassarli senza consapevolezza. Sul finale torna l'ennesimo solo cliché, come se fosse d'obbligo.
"Sea of Sikelia" è piacevole nell'insieme, epicità quanto basta e atmosfera mantenuta fino alla fine, buona espressività vocale. Non rimane impresso nulla in particolare ma perlomeno riesce ad essere gradevole dall'inizio alla fine.
"Scorns of Time" è, nonostante il fraseggio di chitarra di nuovo fuori tema, un brano caldo e accogliente, seppure forse un po' antiquato nell'approccio, ma questa potrebbe di fatto essere l'intenzione della Band e non mi sento di giudicarla oltremisura.
"Wizards, Witches and Sorcerers" è monotono, poco ispirato e impersonale, non riesce mai a fare entrare nella "lore" se non con una citazione fuori luogo e quasi irrispettosa. Nota positiva: la chitarra è nella sua migliore interpretazione finora e ho ripreso fiducia in lei.
"The Awakening" è legato indissolubilmente agli ultimi anni di vita (o di morte se vogliamo) del fusion prog, gli ultimi sospiri di un jazz oramai quasi informe, che sopravviveva a fatica sulla scia degli enormi successi del passato (potrei citare gli ultimi album dei Soft Machine, o i Nucleus). Il problema è che qui si parla del primo album di una band uscito a fine 2022. Brano comunque ben eseguito, ho apprezzato lo spezzato strumentale che mi ha rilassato per un po', c'è anche un videoclip che non sono in grado, o forse semplicemente non mi sento, di giudicare.
"8" ha forse la partenza più promettente di tutte, con rimandi ai Colosseum di Valentyne Suite e nuovamente al Banco, ma quello più sperimentale dei primi album, poi purtroppo la magia si perde per strada e nei meandri della voce che a quanto pare non fa per me. Peccato.
"The Blue Light of a Star": finora non ho parlato della pronuncia in inglese, seppure sia stata finora di basso livello, ma ora devo per forza farlo perchè tocca livelli
veramente troppo bassi e anche questo è un aspetto importante per chi vuole farsi conoscere internazionalmente, è necessario lavorarci su.
Tralasciando però questo aspetto "Blue Light of a Star" è il brano più coeso e intrigante dell'album, sia per il tema malinconico che per l'interpretazione significativa e struggente. Molto suggestivo anche il finale.
"The Weird Black Cross" è il fascino dell'attesa. Ho dovuto ascoltare 9 brani prima di potermi divertire un po', non sarei mai arrivato fino a qui se non fosse per il mio forte senso del dovere, ma la "strana croce nera" è una piccola perla che risplende di luce propria, già avevo notato l'ottima capacità d'esecuzione
in questo stile nell'intro di "Nefertiti" e qui fortunatamente viene mantenuto fino alla fine. Forse è questa la loro vera strada ed il loro carattere.
"Intangible" ha degli ottimi intrecci con risvolti quasi pop rock, piacevole per un singolo ascolto ma risentito, datato. La chitarra è ben studiata ed espressiva.
"Apocalypsis" non è il tipico album d'esordio acerbo e immaturo, è tutto il contrario: vecchio. Un misto tra il prog nel suo momento discendente, il tramonto di un'era, e i suoi lasciti, che forse è meglio chiamare avanzi, degli anni '80. Alcuni spunti sono interessanti, ma sono troppo pochi, insufficienti. Una band ancorata ad un tempo che fu e che, a mio parere, sarebbe meglio dimenticare.

Track by Track
  1. SapHiens 35
  2. Nefertiti 40
  3. Etemenanki 40
  4. Sea of Sikelia 45
  5. Scorns of Time 45
  6. Wizards, Witches and Sorcerers 40
  7. The Awakening 50
  8. 8 50
  9. The Blue Light of a Star 60
  10. The Weird Black Cross 65
  11. Intangible 45
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 45
  • Qualità Artwork: 45
  • Originalità: 30
  • Tecnica: 45
Giudizio Finale
45

 

Recensione di Zolgia108 » pubblicata il 13.09.2023. Articolo letto 447 volte.

 

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