Stone Magnum «Stone Magnum» (2012)
Recensione
Provenienti da Michigan City, gli americani Stone Magnum nascono nel 2010 e, dopo poco più di due anni di attività, incidono l’omonimo full-lenght distribuito dalla Abyss Records.
Il quartetto statunitense si dedica ad un doom metal senza particolari fronzoli che strizza l’occhio qua e là allo stoner d’oltre oceano. Non è semplice suonare un buon doom metal senza scadere in brani noiosi e banali, ma gli Stone Magnum riescono nell’impresa sfornando sette brani che riescono a convincere in tutte le loro parti.
In tutte le song presenti nel lavoro troviamo dei chiari riferimenti a gruppi blasonati del genere come Candlemass, Black Sabbath o Saint Vitus e in casi come “Savior in black” o l’opener “Fallen priest” veniamo trasportati indietro di una ventina d’anni grazie ad un sound particolarmente cupo e claustrofobico caratterizzato da distorsioni di chitarra al limite dell’accettabilità che accompagnano una sezione ritmica basilare ma precisa e che si adatta perfettamente al genere. I nostri riescono a creare un’ambientazione quasi esoterica che riesce a rapire i nostri timpani trascinando le menti dell’ascoltatore verso lidi tanto fantastici quanto oscuri.
Di grande interesse risulta essere la varietà di sound presente in ogni singolo brano che, nonostante stenti ad uscire dai canoni doom, riesce a non essere mai statico ma si evolve su se stesso in un crescendo di emozioni che non possono lasciare indifferenti. Il tutto viene completato in maniera a dir poco magistrale dalla voce di Dean Tavernier che, pur prendendo spunto dal primo Ozzy e da Messiah Marcolin, riesce a colpirci con una linea vocale decisamente personale ed intrigante senza mai incappare in cadute di stile o in spiacevoli esasperazioni.
Questo debut degli Stone Magnum è quindi un cd apprezzabile in tutte le sue parti; grazie ad un songwriting di peso e ad un’attenzione ai particolari, il quartetto americano sorprende e riesce a produrre un sound accattivante come non ne sentivo da parecchi anni. Ci troviamo di fronte ad un lavoro che non deve assolutamente mancare nella collezione degli amanti del genere, ma che può suscitare interesse anche a chi si avvicina al doom metal per la prima volta.
Track by Track
- Fallen priest 85
- Locksmith of misery 75
- Savior in black 90
- Pictures of your life 70
- Grave of cryptic sorrows 75
- Rolling storm 80
- Am I really insane? 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 85
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
80Recensione di FallenAngel » pubblicata il 01.05.2013. Articolo letto 1583 volte.
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