Recensione

EP di debutto acerbo ma incoraggiante questo degli spagnoli di Madrid (ma le canzone sono in francese) Sulphur Seas, che in circa 20 minuti e mezzo cercano con forza di rifarsi a un certo tipo di black metal violento e blasfemo, che punta tutto sulla violenza sonora tipo Antaeus, ma anche su una certa tumultuosità dei brani, che spesso lasciano che il basso faccia cose davvero notevoli alla fine della seconda canzone. Per questo motivo potrete sentire sin dalla opener “Le porc et la putain” dei riffs abbastanza personali e potente, che sicuramente in quanto a impatto rendono la band competitiva, con certe atmosfere riproposte in maniera suggestiva, come ad esempio “Mers de soufre”, dove nella prima parte è molto buona e inquietante, e nell’ultima “Brigitte” (sì lo so, è un titolo quantomeno strano) dove l’inizio sa richiamare perfino il terzo brano di “Kenose” dei Deathspell Omega.
Il lato negativo, dove si sente tutto l’acerbo della band, è che di fatto molto di tutto il resto manca: anzitutto, la band sa centrare un feeling nella canzone, ma poi ha difficoltà a variarlo soprattutto nelle parti lente, dove tra l’altro si sente che i suoni sono una drum machine abbastanza canonica, e dove dei tempi di batteria improbabilmente veloci, sullo stile della nota “M33 Constellation” degli Arkhon Infaustus, puntano tutto sulla violenza senza che il riff sia sufficientemente violento, dando all’EP un tocco di “Computer Bedroom band” un po’ sgradevole e che gli toglie buona parte della genuinità, complici anche alcune esitazioni compositive e un mix che a volte mi chiedo addirittura se sia stato fatto. Vediamo come evolve in futuro.

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  Sulphur Seas
  Suzanne [2018]

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