Svirnath «Dalle rive del Curone» (2019)
Recensione
“Dalle Rive Del Curone” è il secondo full lenght della one man band alessandrina Svirnath proveniente direttamente da San Sebastiano Curone. L’autore, Frans, dopo il la discreta resa del primo lavoro, questa volta incentra tutto il proprio miglior estro elogiando le rive del fiume da cui è nato nel 2007 questo progetto. L’autore in sostanza, tende a rispettare un vincolo a lui fondamentale che lo lega alla naturalezza sia dei luoghi ma anche della sua profonda invocazione al black metal. Le sei tracce del disco infatti, spaziano da momenti atmosferici e melodici pacati ad altri ottimamente tirati e forgianti un cattivo quanto innato spirito oscuro tipico del genere ma tutt’altro che bislacco o generico; Svirnath con il suo scream rigorosamente cantato in lingua madre offre una perfetta sincronia tra le proprie sensazioni e l’annessa coerenza di stile. A rendere ancor più apprezzabile il disco anche la buona produzione che coinvolge appieno l’ascoltatore catapultandolo direttamente nell’intera ambientazione del lavoro grazie all’ottima nitidezza del sound che ne scaturisce. Con l’intro strumentale “Vir Nature”, l’autore ci porta subito in uno scenario soft, acustico, moderato pronto poi ad essere immediatamente divelto dall’ottima ritmica e dai contenuti assai melodici della successiva “All’Ombra Delle Fronde” la cui andatura in mid tempo viene scalfita dallo scream acido reso in lingua madre. A seguire anche il buon effetto e l’annesso riff di “L’Etereo Bagliore” un brano dagli esiti iniziali particolarmente moderati ma poi appena potenziati dall’ottima andatura e dalle annesse melodie; aspra ed acida è la resa dello scream mai insensato ma in questa fase anche alternato da un nebbioso clean meno messo in evidenza; l’ascolto prosegue poi con “Dalle Rive Del Curone” aperto da un synth in modalità piano ma poi mitizzato da un’ottima apertura accelerata ma non esasperata brillante dove batteria e chitarra in alternanza acustica al synth si alternano piacevolmente e con senso; accelerata al massimo è l’apertura di “Quanto Soffia Il Maestrale” altro brano vario nei contenuti melodico e ipnotico nell’ambientazione; chiude il disco “L’Abete”, un brano aperto da una chitarra acustica in solitaria con un successivo synth di supporto che si sviluppa in un mid tempo molto avvincente nei contenuti. Un ottimo lavoro, l’autore dimostra una spiccata quanto buona propensione per il black metal d’importazione ma totalmente rivisitato in chiave nazionale.
Track by Track
- Vir Nature S.V.
- All’Ombra Delle Fronde 80
- L’Etereo Bagliore 80
- Dalle Rive Del Curone 85
- Quanto Soffia Il Maestrale 85
- L'Abete 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 80
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
81Recensione di Wolverine » pubblicata il 24.03.2019. Articolo letto 1237 volte.
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