Tommy Vitaly «Hanging Rock» (2012)

Tommy Vitaly «Hanging Rock» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Barbaro »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
2022

 

Band:
Tommy Vitaly
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Titolo:
Hanging Rock

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Tommy Vitaly - Guitars, Keyboards, Piano
Andrea "tower" Torricini - Bass
Rhino - Drums

 

Genere:

 

Durata:
40' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

L’ultimo progetto del chitarrista solista Tommy Vitaly e’ qualcosa di davvero succulento che fa ingolosire solo a leggere i nomi degli artisti che vi hanno partecipato. Musicisti del calibro di Michele Luppi, la piu’ bella voce che abbiamo in Italia, David De Feis, Todd La Torre e poi Zak Stevens, David Shankle, Ferdy Doernberg e Kenny Earl Edwards aka Rhino hanno dato vita ad un’opera gigantesca ma raccolta in solo 40 minuti di musica. La cura su ogni pezzo ma l’assenza di pomposita’ autocelebrativa molto comune in questo tipo di dischi danno un valore all’album poco apprezzabile in opere simili. Del resto e’ pura professionalita’ quella che abbiamo davanti; a cominciare dalla copertina Hanging Rock dimostra di avere eleganza e sobrieta’ senza dimenticare pero’ l’anima rock che e’ quella che si apprezza immediatamente con la potenza e la velocita’ del pezzo di apertura Betrayer. Gia’ da qui, i limiti neoclassici definiti in precedenza decadono. Nonostante non manchi una chitarra tecnica e imperante, quello che viene fuori gia’ dal primo pezzo e’ che Hanging Rock e’ un disco metal, magari meno rude, a tratti un po’ addolcito con melodie che ricordano anche il power metal piu’ canonico, ma comunque rimane un disco Heavy Metal, di quello che accontenta tutti. Del resto si va con tutto l’acceleratore aperto per tutti e tre i primi pezzi: Betrayed appunto ma anche Run with Devil e la velocissima Hands of Time. E’ con Forever Lost invece che si riprende fiato: ricca ballad, molto ben strutturata sia nella parte strumentale che nei cori in cui ben si apprezza quanta dedizione sia stata data alla produzione. I suoni non stancano, sono melodici ma non mielosi e la riuscita di un’alchimia del genere non e’ affatto scontata, soprattutto su una ballad che ha il piglio di una suite, come Forever Lost.
Idol torna a portare il disco sulle precedenti velocita’ impreziosite dalla voce di Michele Luppi che qui offre, manco a dirlo, una prestazione eccelsa; dopo la strumentale Misanthropy a dare conferma delle qualita’ e dell’indirizzo del disco arriva Heavy Metal God: un riff portante che ricorda i bei tempi di Ross the Boss nei Manowar e una interpretazione incredibile di Carsten Shultz danno vita a un pezzo mirabolante con picchi davvero alti. Dopo la title track, altro grande pezzo strumentale, la chiusura e’ affidata a Icewarrior, altro pezzo catchy che chiude un disco veramente ricco, sotto ogni aspetto e che a mio parere raccoglie i gusti di una vasta gamma di ascoltatori, i puristi del metal su tutti, ma non solo.

Track by Track
  1. Betrayer 75
  2. Run with the Devil 75
  3. Hands of Time 80
  4. Forever Lost 90
  5. Idol 90
  6. Misanthropy 80
  7. Heavy Metal God 95
  8. Hanging Rock 80
  9. Icewarrior 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
82

 

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