Vanessa Van Basten «Disintegration EP» (2015)
Recensione
“Disintegration” rappresenta senz’altro uno degli album di maggior successo dei The Cure dove il grande Robert Smith, vuoi per spontaneità, vuoi per induzione, riuscì al tempo ad elaborare musicalmente un vero percorso purificatore che indusse l’ascoltatore, all’epoca dell’uscita del disco, ad una sorta di esame interiore volto alla ricerca del giusto e del non giusto, del bene e del male, della conflittualità perenne tra l’amore e la tristezza che è insita in ognuno di noi. A distanza di molti anni i Vanessa Van Basten, band genovese maggiormente influenzata proprio dai The Cure e capitanata dal genio indiscusso di Morgan Bellini, si cimenta per ripercorrere quei passi nel tentativo di dare la propria risposta a quei parallelismi rimasti per troppo tempo irrisolti e che probabilmente lo rimarranno per sempre. Il percorso viene tracciato sull’analisi di quattro brani estratti dall’opera magna del 1989, attraverso la proposizione di un sound d’eccellenza che non perde un solo colpo. L’Ep inizia con la rivisitazione in chiave Doom e con tanto di alterazione del nome, di “Plainsong” mutata per l’occasione in “Plainbong” dove i Vanessa riescono comunque, strumentalmente, quasi ad accentuare la malinconica un tempo evocata. E’ poi la volta di “Doseclown” ex “Closedown” che anche qui viene impreziosita con una sorta di atmosfera strumentale in grado di trasmettere a ciascuno un diverso aspetto da carpire oggettivamente sulla base delle proprie esperienze personali. Con “Fascination Trip” ex “Fascination Street” si parte in tonalità sempre Doom molto coinvolgenti impreziositi anche dall’aggiunta di inaspettati slide di chitarra; il tutto si conclude con “Retitled”, dall’allora “Untitled”, con il quale i Vanessa hanno perfettamente ripreso i caratteri essenziali della versione originale arricchendola ancora una volta mediante il proprio inimitabile tocco. Quanto all’artwork, alterato in maniera quasi carnevalesca grazie all’arricchimento di luce e colori rispetto alla più sbiadita versione originale, sembra in ogni caso voler dare le giuste basi, richiamando l’attenzione dell’ascoltatore, a volerlo stimolare per ripercorrere quei sentieri che oramai da tantissimi anni, non erano stati più varcati. Lavoro veramente suggestivo.
Track by Track
- Plainpong 75
- Doseclown 70
- Fascination Trip 80
- Retitled 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 80
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
74Recensione di Wolverine » pubblicata il 11.04.2015. Articolo letto 1776 volte.
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