Zora «Soul Raptor» (2021)

Zora «Soul Raptor» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Wolverine »

Recensione Pubblicata il:
04.09.2021

Band:
Zora

Titolo:
Soul Raptor

Nazione:
Italia

Formazione:
- Giuseppe Tatangelo :: voce, basso;
- Glk Molè :: chitarra;
- Giampiero Serra :: batteria;

Genere:
Death Metal

Durata:
32' 8"

Formato:
CD

Data di Uscita:
15.07.2021

Etichetta:
Maxima Music Pro

Wings of Destruction

Old Metal Rites

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Sinceramente devo ricredermi con gli Zora, band della quale mi occupai per l’uscita del loro Ep “Made In Italy” e che al tempo non mi dette alcun tipo di segnale positivo sulle credenziali del combo anche rispetto ad altro lavoro che in realtà mi sorprese non poco. In realtà il nuovo, terzo lavoro della carriera discografica di questa band intitolato “Soul Raptor”, è una vera mattanza a suon di brutal death metal tutt’altro che banale. Tolta l’orrenda cover, peggio di questa mi viene in mente quella dei Depravity in “Silence Of Centuries”, la band offre un quadro compositivo di tutto rispetto a cagione di forsennate andature coadiuvate da più che coerenti riff e tante iniziative ritmiche. L’ottimo quanto diversificato growl, riesce a sorprendere a cagione dei suoi semplicissimi adattamenti tra momenti bassi ad improvvise ed inaspettate impennate vocali così dando una prova di notevole rilievo. Né è un palese esempio la violentissima “Social Fakework” dove impatto sonoro e inaudita brutalità racchiudono in sostanza sin da subito i contenuti di questo terzo disco; altra traccia significativa ricade poi su “Lobotomy”, altra mattanza sonora che non cessa di onorare la band per le proprie incredibili iniziative e immancabili variazioni; “I Can’t Breathe” si rivela un brano apparentemente moderato in apertura che ben presto sfodera i propri artigli offrendoci una massiccia dose di death metal; ottima l’apertura melodica e compatta di “Hypnotic Obsession” pronta poi a scatenare un vero e proprio inferno; conclude infine “Outro-The Grand Act” brano strumentale, dai tratti quasi sperimentali, che non abbandona le fattezze e le attitudini death della band. Un disco completo, divertente e cattivo quanto basta per ammaliarci e soddisfarci.