Loose Sutures «A Gash with Sharp Teeth and Other Tales» (2021)

Loose Sutures ŤA Gash With Sharp Teeth And Other Talesť | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
13.06.2022

 

Visualizzazioni:
801

 

Band:
Loose Sutures
[MetalWave] Invia una email a Loose Sutures [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Loose Sutures [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina BandCamp di Loose Sutures

 

Titolo:
A Gash with Sharp Teeth and Other Tales

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Antonio Pilo :: Guitars, Vocals
Giuseppe Hussain :: Guitars, Vocals
Marcello Meridda :: Bass, Percussion
Marco Angius :: Drums, Vocals

 

Genere:
Heavy Rock / Fuzz / Garage Rock / Punk

 

Durata:
41' 48"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
15.10.2021

 

Etichetta:
Electric Valley Records
[MetalWave] Invia una email a Electric Valley Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Electric Valley Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Electric Valley Records

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Qabar - Extreme Music PR
[MetalWave] Invia una email a Qabar - Extreme Music PR [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Qabar - Extreme Music PR [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Qabar - Extreme Music PR

 

Recensione

Ricordo bene i Loose Sutures, una band da Sassari che suonava uno stoner rock mischiato con il punk, e che portava il concetto di suonare retro al livello superiore. Molte bands ci provano a suonare retro in questo genere, ma i LS avevano registrato il disco in un modo che sembrasse davvero un disco underground anni 70 o al massimo anni 80, e con questa attitudine che funzionava da arma a doppio taglio, che sicuramente funzionava bene per certi aspetti, ma male per altri.
Bene: gli ingredienti per questo nuovo “A Gash with sharp teeth and other tales” non cambiano, e basta vederlo dalla copertina del disco, volutamente retro e che sembra provenire da qualche improbabile vinile che avete trovato in cantina (per la verità sembra quasi un pornazzo per certe cose, ma ok). Ciò che cambia è una certa maturazione compositiva, che lascia le voci sgraziate del primo disco e si adagia più verso lidi psichedelic rock, neanche completamente stoner, e questo si evidenzia in brani come “Sunny cola”, che mescola ritornelli più stoner con delle strofe molto blues proto rock (chiamiamole fantasiosamente in questo modo…) o “Animal house” che è sufficientemente vivace e variegata, con parti soliste davvero ben fatte, arrivando al rock desertico di “Death valley II”. Il tutto a mostrare uno stile compositivo senz’altro migliorato, che si rifugia meno nell’effetto retro come in passato, e che invece sa proporci uno stile più variegato.
Tuttavia, secondo me l’evoluzione musicale non è ancora completata e ci sono ancora battute a vuoto in questo album, come ad esempio una “Last cry” che suona un buon rock n roll ma che invece di proporci una interessante digressione musicale tipo “Black Betty” dei Ram Jam finisce per perdersi tra effetti, per non parlare di brani trascurabili come “Black Lips” e la scialba “Superfast shit kebab”, quest’ultima probabilmente da non prendersi seriamente, ma comunque evitabile. In ultima analisi, secondo me la verità su questo disco la dice la canzone “Mephisto rising”, un brano che ha effettivamente delle buone idee, ma dove i Loose Sutures non suonano ancora al massimo delle potenzialità, e alternano buone idee rock ad altre che sembrano fino troppo in stile Black Sabbath (All’inizio ci puoi cantare sopra la canzone ononima del gruppo inglese, a parte il tempo di batteria diverso), col risultato che se a volte i Loose Sutures effettivamente convincono, altre volte suonano solo come una band follower di quei tempi e pertanto meno efficace.
In conclusione, “A gash with sharp teeth and other tales” dei Loose Sutures è un disco meno di nicchia che in passato, e che sa come meglio sfruttare questa ostinata voglia di suonare retro a tutti i costi, ma a volte questi 4 Sassaresi sanno come far risaltare le loro virtù compositive, altre volte finiscono ancora per essere un po’ dei replicanti. Disco interessante comunque, anche se in divenire.

Track by Track
  1. White vulture 70
  2. Stupid boy 65
  3. Sunny cola 75
  4. Last cry 65
  5. Mephisto rising 65
  6. Black lips 70
  7. Animal house 75
  8. Superfast shit kebab 55
  9. Death valley I 65
  10. Death Valley II 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
68

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 13.06.2022. Articolo letto 801 volte.

 

Articoli Correlati

Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.