Mourningside «Ghostwood» (2019)

Mourningside «Ghostwood» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
24.07.2022

 

Visualizzazioni:
683

 

Band:
Mourningside
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Titolo:
Ghostwood

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Fabio Gabrielli :: Bass
Alessio Grammatico :: Drums
Andrea Scarinci :: Lead Guitars
Carlo da Luz :: Vocals
Emanuele Pallozzi :: Guitars

 

Genere:
Progressive Metal

 

Durata:
49' 7"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
02.12.2019

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

“Ghostwood” dei Mourningside da Viterbo è un disco di debutto incoraggiante e ben fatto, che per molti dei suoi 49 minuti dichiara la propria passione per il Progressive Metal degli Opeth del periodo “Deliverance” e “Damnation”, ma con sapienti variazioni che rendono il risultato nettamente meno estremo e graziato da qualche sfumatura del prog rock d’annata.
Il duetto delle canzoni d’apertura è infatti un esempio lampante di tutto ciò, con “The last flight…” che si rifà abbastanza chiaramente al sound del disco nero degli Opeth, con tanto di growl sporadico (per la verità un po’ troppo sforzato in tutto l’album e non uscito molto bene), ma con le tastiere che fanno virare tutto su un sound più vintage e che si sente già di più in “Ab aeterno”, un brano lungo che alterna parti alla “Windowpane” ad altre più ritmate, per concludere dopo 10 minuti con un assolo più metal oriented su base rock/metal atmosferica. E non si sfugge molto dalle coordinate sonore qui definite; certo, le parti più tipicamente metal sono dosate rispetto a quelle più leggere, e altre volte ci sono brani più semplificati come “The brotherhood of sleep”, forse quello ideale per un singolo essendo di durata più contenuta e più lineare, ma è “Cold black cloud” ad accaparrarsi il titolo di brano più riuscito dell’album, con un tiro molto buono che si alterna tra parti prog d’epoca più distese ed altre più acustiche e moody stile Porcupine Tree, dove è l’espressività vocale del cantante Carlo a farsi notare e a fare da mattatore del brano.
Questo è, in poche parole, “Ghostwood”: lo ripeto, non un disco poi così originale, ma invero gradevole e molto riuscito, che sa padroneggiare le proprie influenze e variarle per tutto il disco per evitare di fare troppo il verso a qualcuno. Se lo stile del binomio Opeth/Porcupine Tree vi affascina, date una chance d’acquisto a quest’album.

Track by Track
  1. The last flight of Eon Tumbleweed 70
  2. Ab Aeterno 70
  3. Cold black cloud 80
  4. S.O.S. - Intermezzo S.V.
  5. The brotherhood of sleep 70
  6. Children of a denied tomorrow 75
  7. Lord of tears - Intermezzo S.V.
  8. Steno et Euryale 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
73

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 24.07.2022. Articolo letto 683 volte.

 

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