Firehouse «The Story Of Italian A.O.R. Band 1987-1994» (2021)
Firehouse
Titolo:
The Story Of Italian A.O.R. Band 1987-1994
Nazione:
Italia
Formazione:
Firehouse - 1st CD
Enzo Caruso :: vocals, keyboards
Frank Caruso :: guitar
Giuliano Airaghi :: keyboards
Marco Panzardi :: bass
Corrado Ciceri :: drums
Labyrinth - 2nd CD
Enzo Caruso :: vocals, keyboards
Frank Caruso :: guitar
Paola Casalini :: bass
Gianluca Scollo :: drums
Genere:
A.O.R.
Durata:
1h 12' 53"
Formato:
CD
Recensione
Un’antologia della celebre band americana? No, questi sono i Firehouse italiani da Milano, una band AOR nata prima del gruppo americano, e che con questo disco ci ripropone su un solo cd entrambi i loro full length usciti al tempo, che consistono nell’autointitolato album di debutto del 1988, e nel secondo “Labyrinth” del 1994 il tutto con un lyric video nuovo di un loro brano risuonato, per una ristampa simpatica e certamente che rende la musica dei Firehouse italiani nuovamente reperibile, vista la rarità dei dischi originali, il primo dei quali non uscì mai su cd, al tempo.
E per quanto l’operazione discografica sia simpatica, è anche facile vedere per qual motivo i Firehouse non raccolsero molto successo all’epoca: il primo album “Firehouse” esce infatti sul finire degli anni 80, la decade più congeniale a loro, ma soprattutto è un disco relativamente immaturo, dove la musica è certamente gradevole, ma anche niente di mai sentito in quegli anni, con un sound appena decente e anche con una personalità musicale mica tanto pervenuta, che alterna brani più hard n heavy apprezzabili, ad altri più derivativi, come “open your wall” che sembra un po’ un’altra “Jump” dei Van Halen, band di cui qua e là in questo disco si sente l’influenza nella chitarra solista, ad altri un po’ incompleti, come la ballad “Pray”, che finisce un po’ così, nel nulla, il tutto per un risultato un po’ senza infamia e senza lode, dove i Firehouse suonano benino, ma anche come tanti, e dove sembra che la band non sapeva ancora lasciarsi andare e togliere i freni inibitori.
Meglio il secondo disco, “Labyrinth”, senz’altro più maturo, ma specialmente in cui i freni inibitori di cui sopra vengono per l’appunto lasciati andare, con i Firehouse che si scatenano regalandoci un brano come si deve, anche se inframezzato da alcuni intermezzi strumentali evitabili, tra cui “Stonework”, che sembra francamente la versione alla Firehouse di “Eruption” dei Van Halen, ma più breve, e se “The colour of your kiss” continua a fare il verso a “Jump” dei suddetti, perlomeno l’andazzo qui è più tipicamente mosso e propriamente heavy, che si toglie l’imbarazzo e riesce ad appassionarci di più. Questo secondo “Labyrinth” è senz’altro un disco più riuscito, peccato che sia uscito nel 1994, cioè assolutamente fuori tempo massimo, visto che al tempo il grosso della musica alternativa non estrema era tutto per il grunge, e tutto ciò che derivava dal rock o dal metal classico sarebbe andato in letargo per un bel periodo, che personalmente è durato fino alla rinascita del metal old school di metà anni 2000.
Un’operazione simpatica, dunque, frutto di una band seminale ma non esattamente un classico imprescindibile, ma che oggi si rivaluta per la genuinità dell’opera nonché come reperto di suoni che oggi appartengono perlopiù al passato. Per amanti del rock anni 80 underground, più che del metal, ma anche chi non ha mai vissuto gli anni 80 o 90 può dargli un’ascoltata, per capire come si facevano le cose un tempo.
Il giudizio finale non giudica la qualità dei brani, essendo questa solo una ristampa, e si limita solo a valutarne l’aspetto formale.
Track by Track
- Overture 987 - Intro S.V.
- The secret of the sky S.V.
- Open your wall S.V.
- Way out for freedom S.V.
- Pray S.V.
- Time to fly S.V.
- Dreaming black S.V.
- Break the bonds S.V.
- The day of your power S.V.
- House of the fire S.V.
- This is my life S.V.
- I need the fire S.V.
- Calling your name S.V.
- In my eyes S.V.
- Striking S.V.
- Running into danger S.V.
- The prince of darkness - Interlude S.V.
- Labyrinth S.V.
- A dream again - Interlude S.V.
- Stonework - Interlude S.V.
- Fly by night S.V.
- The colour of your kiss S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
70Recensione di Snarl » pubblicata il 28.08.2022. Articolo letto 748 volte.
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