Nott «XX» (2022)

Nott «Xx» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
11.12.2022

 

Visualizzazioni:
658

 

Band:
Nott
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Titolo:
XX

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
H.D.W. :: harsh vocals, electric and acoustic guitars, bass and drums.
Special guest :: Noctuaria on all clean vocals.

 

Genere:
Old School Black Metal

 

Durata:
42' 40"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
22.09.2022

 

Etichetta:
Schierling Klangkunst
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Against PR
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Recensione

Ritorna la one man band Nott col proprio quinto album, semplicemente chiamato “XX” e che consiste in circa 43 minuti di un black metal di alto livello, che si conferma certamente come il migliore mai pubblicato da Mortifero/H. Archvile, unico componente di questa band.
Il mood dell’album sembra essere in realtà in linea coi precedenti dischi nella opener “Two decades of oblivion”, che insiste su di un black metal che ti avvinghia più che essere aggressivo, e dal feeling in qualche modo livido, spento e tossico, ma non è così: “XX” si rivela successivamente essere un disco che coniuga a questo stile diverse influenze eccellenti, ma perfettamente inserite nel contesto. Non a caso in “We are the virus” dopo un inizio invero neanche troppo differente dalla opener, si sentono significative influenze del sound disarmonico e desolante degli Ondskapt di “Draco sit mihi dux” e perfino di Xasthur nell’ultimo minuto per l’ossessione del sound. Queste influenze degli Ondskapt si risentiranno in seguito anche in “So close in the fog” e “Earth’s black box”, con la prima di queste dove si avvertono anche influenze di “Kenose” dei Deathspell Omega, e sorvoliamo su influenze dai Behexen di metà carriera e di Mortuary Drape presenti qua e là. Abbiamo scomodato nomi grossi, ma il fatto è che queste influenze, come detto, sono inserite alla perfezione nel sound malevolo e impassibile di Nott, che verso la parte finale del disco va a capitalizzare queste influenze sonore dimostrando di non essere una band fotocopia, e regalandoci dei martiri sonori notevoli, come la lunga e soffocante “Conclave of fire”, i cui 8 minuti di un black metal medio/lento e minimale ci donano il miglior episodio compositivo dell’album.
Termina il disco, e non possiamo fare altro che applaudire. Quando la merce qui proposta è di valore, è di valore e basta. Ben fatto, Nott!

Track by Track
  1. Two decades of oblivion 75
  2. We are the virus 80
  3. Naked apes 75
  4. So close in the fog 80
  5. Conclave of fire 85
  6. Earth's black box 80
  7. Culicidae cult 80
  8. Twelve 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
79

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 11.12.2022. Articolo letto 658 volte.

 

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