Morgurth «Blood Eagle» (2023)
Recensione
I Morgurth sono in realtà una one man band proveniente da Ferrara, che devo dire che non conoscevo affatto, ma che con questo secondo full length dalla durata di poco più di 42 minuti ci convince perfettamente.
Come mai? Semplice: “Blood eagle” è un album che prende parecchia influenza dagli Immortal (periodo da “At the heart of winter” a “Sons of northern darkness” compreso), e per molta della sua durata l’impronta musicale lasciata dal trio norvegese è molto evidente, e anche proposta in maniera davvero competitiva. Questo è secondo me abbastanza evidente, sia dalla tipologia di riffs usata, sia dal fatto che nella title track si sentono le influenze di “Sons…”, con tanto di arpeggi puliti atmosferici stile “Tyrants” o “Blaskyrkh”, per non parlare di “From the ice”, un brano che dichiara chiaramente il suo amore per “At the heart of winter” e in particolare il brano “Solarfall”. Non siamo ai livelli del plagio, per fortuna, ma l’influenza musicale è evidente.
Finché “Blood eagle” è così, uno potrebbe dire: “sì ok, ben fatto, ma non è farina del suo sacco”. Fortunatamente, però, la situazione migliora anche qui coi brani successivi: con “Glory and blood” si sente che Narthang parte da queste influenze e ci mette qualcosa di più, che nella fattispecie consiste a dei riffs acustici che accompagnano quelli elettrici, a donargli un tocco più arioso e direi epico, e va ancora meglio in “The seer”, dove pure le influenze degli Immortal vanno diminuendo, per un sound più autarchico. Ne risulta un album che certamente tributa i suoi numi tutelari, ma di cui Narthang non è schiavo, e riesce invece a capitalizzarle, mostrando anche maggiori spunti di personalità visibili proprio dalla seconda metà del disco. Si potrà comunque obiettare che la personalità di “Blood eagle” non è al top e questo è vero, ma va anche detto che una copia comunque abbastanza personalizzata dell’originale è sempre meglio della copia della copia, e se si conta anche che comunque qui emergono maggiori fattori di personalità, ecco come il secondo disco dei Morgurth si rivela qualcosa di interessante, che consiglio ai fan delle sonorità di quei dischi, e a cui consiglio solo di aumentare ancora il substrato di idee personali sopra le influenze già viste. Se Narthang fa la quadratura del cerchio col prossimo album, se ne potranno sentire delle belle.
Track by Track
- Winter night 70
- Blood eagle 75
- From the ice 70
- Glory and blood 80
- Ancient land 70
- The seer 80
- Stones and frost 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 80
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
74Recensione di Snarl » pubblicata il 27.05.2023. Articolo letto 639 volte.
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