A Day in Venice «IV» (2023)

A Day In Venice «Iv» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
18.10.2024

 

Visualizzazioni:
87

 

Band:
A Day in Venice
[MetalWave] Invia una email a A Day in Venice [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di A Day in Venice [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina ReverbNation di A Day in Venice [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina BandCamp di A Day in Venice

 

Titolo:
IV

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Andrej Kralj :: all instruments

 

Genere:
Art rock / Avantgarde Dark

 

Durata:
50' 33"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
06.06.2023

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Against PR
[MetalWave] Invia una email a Against PR

 

Recensione

Dopo un disco personalmente non molto gradito (il self titled del 2014) e un Ep già migliore del 2020, il progetto solista A Day in Venice arriva ora a pubblicare il proprio album chiamato semplicemente “IV”, e che manifesta una band che è ancora in fase di assestamento dal punto di vista del soundcheck, ma che perlomeno non cerca di suonare oscura o dark in maniera pretenziosa come in passato: oggi il sound del progetto di Andrej Kralj si è molto stabilizzato sul sound diafano dei Joy Division. Questo è evidente sia nel bene che nel male nelle prime quattro canzoni di “IV”: il sound molto debitore alle loro atmosfere e adagiato su una musica che declama una passione per il post rock, accoppiato a una voce molto debitrice a quella del gruppo suddetto, rende questo disco qualcosa di certamente debitore ai Joy Division, e che però si ferma anche un po’ là, nel senso che finora “IV” suona come un tributo personale certamente gradevole, ma anche un po’ fine a sé stesso e che non bissa i picchi suddetti.
Tuttavia, fortunatamente, da qui in poi le cose cambiano più o meno in positivo, e da “Ophidian queen” si sentono più chitarre acustiche, synth, clangori vari e, udite udite, un certo mood alla My Dying Bride più decadenti, che poi mutuano in uno stile post/rock accoppiato al depressive in “Counting steps”, dove il mood è certamente centrato. Tutto bene, dunque? In realtà no: “Your thoughts buried in darkness” suona quasi neofolk per quanto è acustica e spoglia, ma è anche un brano senza particolari idee, così come per l’evidente tributo un po’ fuori contesto di “Children of the night” ai Black Sabbath, che suona benino ma non ha un vero e proprio ritornello e non c’è la chitarra solista di Toni Iommi, e idem dicasi per “Drops of winter”, che sembra mutuare qualcosa dai Type 0 negative per sommi capi, ma il cantato un po’ troppo languido neutralizza in parte il brano. Resta la pura espressione solare per voce e tastiera di “No one can stop you” e la lunga suite di 11 minuti e mezzo della conclusiva “Aghori” come summa compositiva del disco, unita a intermezzi di altri strumenti.
Insomma: “IV” è partito che non ci ha particolarmente impressionato, ma a lungo andare si rivela più che un semplice tributo ai Joy Division, e manifesta la capacità di spaziare tra stili musicali, ma dove certe cose brillano con la giusta intensità, e altre invece no. Cosa manca? Forse, dico io, un po’ di farina del proprio sacco, nonché la capacità di usare queste influenze per fare qualcosa di proprio piuttosto che omaggiarle costantemente. Ne risulta un disco certamente onesto e che mostra potenzialità, ma dove la musica balla in un pericoloso equilibrio tra la sperimentazione di vari generi e un tanto onesto quanto non imprescindibile tributo personale. Ci sono potenzialità, ma la macchina va ancora settata bene, e per questo il voto premia una certa maturazione stilistica, ma c’è ancora strada da fare. Se vi piace lo stile a metà tra i gruppi suddetti, date un ascolto a questo disco.

Track by Track
  1. TWIOYS 70
  2. Reins of Freedom 65
  3. You Will Meet Your Love 60
  4. Flames of Gold 65
  5. Ophidian Queen 70
  6. Counting Steps 75
  7. Your Thoughts Buried in Darkness 55
  8. Children of the Night 60
  9. Drops of Winter 55
  10. No One Can Stop You 70
  11. Aghori 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
66

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 18.10.2024. Articolo letto 87 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti