Emil Moonstone & the Anomalies «Naked Man Upon the Earth» (2023)

Emil Moonstone & The Anomalies «Naked Man Upon The Earth» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
11.10.2024

 

Visualizzazioni:
136

 

Band:
Emil Moonstone & the Anomalies
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Titolo:
Naked Man Upon the Earth

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Emil Moonstone :: voice, guitar
Mino Andriani :: guitar
Emanuele Laghi :: synth, piano
Ludovico Ingrao :: drums

 

Genere:
Dark Wave

 

Durata:
35' 58"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
03.03.2023

 

Etichetta:
Seahorse Recordings
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Questo secondo disco di Emil Moonstone & The Anomalies, chiamato “Naked man upon the earth” è uno di quei dischi che non si sa perché sia finito in redazione, visto che non c’entra niente né col metal e tantomeno con il rock, ma comunque è un bel sentire, seppur di nicchia. Infatti, “Naked man” è praticamente un crocevia di influenze tra il neofolk e post apocalyptic, il post rock e post punk, Velvet Underground qua e là, e The Cure saltuari.
Ed occorre un po’ di tempo per inquadrare la proposta musicale di questo disco, che sulle prime non sembra prodotto molto bene, ma che invece si rivela col tempo un disco proprio all’interno di questi crismi, con una qualità musicale che si appoggia agli Ordo Rosarium Equilibrio in “I keep my crown”, e con una “Pain” che forse è il mio brano preferito sia per una pianistica desolata e sognante, sia per un notevole crescendo tumultuoso verso la fine, mentre da qui in poi le influenze vanno ulteriormente variando, con una “The soldier” un po’ più ritmata e il mix tra the cure e neofolk della title track, una “All it’s all over” che consiste in un rock n roll deformato, e una “The meaning of my life” più easy listening e che ci ripropone lo stile alla Velvet Underground apparso già nella parte centrale dell’album, che a livello di impostazione vocale più di una volta richiama i Death in June.
Questo è quanto: spiazzante, minimalista e a volte provocatorio, “Naked man upon the earth” non è forse un disco che bissa le vette (peraltro alte) raggiunte da Death in June e Ordo Rosarium Equilibrio, ma se il neofolk è il genere vostro, dateci un ascolto. Meglio ancora se non disdegnate alcune cose di The Cure e affini.

Track by Track
  1. Save me 70
  2. I keep my crown 75
  3. Pain 75
  4. The soldier 70
  5. Naked is the man upon the earth 70
  6. Men of straw 70
  7. All it's all over 70
  8. The meaning of my life 70
  9. Ash 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
71

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 11.10.2024. Articolo letto 136 volte.

 

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