Still Wave «A Broken Heart Make An Inner Constellation» (2024)

Still Wave «A Broken Heart Make An Inner Constellation» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
17.10.2024

 

Visualizzazioni:
56

 

Band:
Still Wave
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Titolo:
A Broken Heart Make An Inner Constellation

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Tomas Aurizzi :: guitar;
- Daniele Carlo :: drums;
- Manuel Palombi :: bass;
- Valerio Granieri :: vocal;

 

Genere:
Shoegaze / Doom / Metal

 

Durata:
31' 16"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
28.06.2024

 

Etichetta:
These Hands Melt
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Metaversus - Press & Promo
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Recensione

Provengono dalla scena underground capitolina gli Still Wave, band shoegaze, doom metal dai dinamici e sorprendenti effetti dark che è oggi alle prese con il debutto discografico intitolato “A Broken Heart Make An Inner Constellation”, forte di sette tracce tipicamente melodiche oltre che pregne di sentori chorus, e gothic rock. Lo stile, come sopra indicato, richiama elementi anche di matrice dark wave molto malinconici anche nella parte cantata in perenne contrasto tra pathos, disperazione ma anche con richiami appena più romantici; ritmicamente il lavoro è sempre una sorpresa, contesti cupi e grigi avvolgono le tracce sempre con risvolti inaspettati soprattutto in quello che è il contesto melodico forgiato dalla chitarra, spesso con i suoi arpeggi desolanti, ma pur sempre capace di offrire delle prospettive sonore tipiche dello shoegaze tutt’altro che banali. Dall’ascolto delle tracce emerge inoltre anche una certa preparazione dei singoli membri avendo singolarmente militato in altre realtà e ne sono prova tracce come l’opener “Spaceman (with a gun)” che mette sin da subito giudizio con le sue sorprendenti melodie; “Dead Ends” che oltre alle sue ritmiche particolareggianti offre uno squarcio di narrato in lingua madre quasi inedito rispetto alle altre tracce; magiche le melodie di “Starwound” in grado di propagarsi al paro dei cerchi sviluppato dall’acqua di un laghetto al lancio di un sassolino; un richiamo ai Paradise Lost si percepisce in “Ghost Of A Song”, brano eseguito con una maestria unica tra effetti, melodie e parti cantate, ritmicamente eccellente nei contenuti; chiude platter “The Coldest Home” forse traccia appena sottotono rispetto alle altre forse per un po’ di monotonia che ne caratterizza i contenuti, stante la puntata black metal disposta in direzione finale. Il debutto si rileva con contenuti intensi e parimenti coinvolgenti che meritano più elogi che critiche.

Track by Track
  1. Spaceman (With A Gun) 75
  2. Dead Ends 75
  3. Near Distant 75
  4. 11 70
  5. Starwound 80
  6. Ghost Of A Song 75
  7. The Coldest Home 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
75

 

Recensione di Wolverine » pubblicata il 17.10.2024. Articolo letto 56 volte.

 

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