BS Bone «Cerberus Bone» (2023)

Bs Bone «Cerberus Bone» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
30.12.2024

 

Visualizzazioni:
75

 

Band:
BS Bone
[MetalWave] Invia una email a BS Bone [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di BS Bone [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di BS Bone

 

Titolo:
Cerberus Bone

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Vyper :: vocals, bass
Steve Grind :: guitars, vocals
Leo :: drums, vocals

 

Genere:
Alternative Heavy Rock

 

Durata:
38' 16"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
17.10.2023

 

Etichetta:
Overdub Recordings
[MetalWave] Invia una email a Overdub Recordings [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Overdub Recordings [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Overdub Recordings [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagine GooglePlus di Overdub Recordings [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di Overdub Recordings

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Red&Blue Music Relations
[MetalWave] Invia una email a Red&Blue Music Relations

 

Recensione

Ritornano i rockers BS Bone da Campobasso, che avevo lasciato su queste pagine virtuali anni fa con un Ep carino, ma con problemi di gioventù, anche se la band prometteva bene. Con il loro primo album, tuttavia, gran parte delle cose da aggiustare sono state risolte, ma c’è ancora qualche cosa da fare per rendere il sound davvero competitivo.
Anzitutto, va detto che “Cerberus bone” più che il primo album potrebbe anche essere definito come la riproposizione dei 4 brani dell’Ep di debutto, con 5 brani nuovi di pacca, e questo in verità si sente, perché per quanto i BS Bone hanno affinato la voce ed aggiustato certi ritornelli, resta non ben chiaro adesso l’orientamento musicale di questi ragazzi, che si alternano tra rock anni 80 di brani come “Dysfunctional souls” e rock anni 90/2000 di brani come “Always a cheater”, ombrosa e meno distorta, che va a ricordarci i System of a down di brani come “Aerials”, e in mezzo ci sono un sacco di casi a metà, come “Bad influencer” che è in stile anni 80 ma non troppo, e a cui si affiancano riffs anni 90, cosa che avviene anche in “Panic and silence”, un brano che va a ricordarci i Motley Crue era Corabi. E se già così il sound è strano, sappiate che la conclusione del disco è ancora più strana, con una “Rant” potente e coinvolgente, ma che poteva terminare a 3 minuti, e invece da lì in poi comincia una parte di basso che avvia un momento strumentale e psichedelico, che è buono, ma non capisco perché non ci si è fatto un brano a parte, o perlomeno un intermezzo. E conclude il brano “Suicide journey”, che presumibilmente è anche il singolo, visto che ne è stato fatto un videoclip, che è non solo il brano più anni 90, ma anche quello che va verso certi lidi psychedelic rock di certi Alice in Chains. Confusi? In realtà anche io, perché in realtà i BS Bone non falliscono quasi mai l’obiettivo, se si esclude la banalotta “IDG (a fuck)” e certe digressioni inutili di “99 Lions”, e ognuna delle altre canzoni spacca a modo suo, ma c’è il feeling di grossa scollatura tra le due influenze della band, come se il disco fosse stato registrato a metà di una loro evoluzione sonora, disorientando un po’ l’ascoltatore; non a caso devo ammettere che io stesso avevo difficoltà a credere che “Dysfunctional souls” e “Suicide Journey” fossero nello stesso album.
Forse la maniera migliore di vedere “Cerberus bone” non è di considerarlo un full length, quanto un doppio Ep, dove c’è sia il passato della band che il presente: sotto questa ottica il disco prende senso perché pur mancando di continuità stilistica, perlomeno rispecchia bene le due fasi dei BS Bone. Per questo motivo “Cerberus Bone” è un disco che promuovo per via di una interessante poliedricità stilistica, ma il prossimo full length dovrà essere quello che ci dirà la verità sul sound dei BS Bone e dove non tollereremo sconti di continuità del sound. Per il momento, però, godiamoci questo “Cerberus Bone”: è un disco che si rivolge a una nicchia ben precisa di pubblico, cioè quello che (proprio come i Motley Crue era Corabi) cerca di mixare il sound anni 80 con quelli anni 90, ma è fatto relativamente bene. Però ripeto: per il prossimo full vogliamo di più in quanto a continuità stilistica.

Track by Track
  1. Wayward 65
  2. Bad influencer 70
  3. Always a cheater 65
  4. IDG (a fuck) 60
  5. Panic and silence 70
  6. Dysfunctional souls 70
  7. 99 Lions 65
  8. Rant 70
  9. Suicide Journey 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
66

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 30.12.2024. Articolo letto 75 volte.

 

Articoli Correlati

News
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.