Terravore «Spiral of Downfall» (2024)

Terravore «Spiral Of Downfall» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Wolverine »

Recensione Pubblicata il:
01.03.2025

Band:
Terravore

Titolo:
Spiral of Downfall

Nazione:
Bulgaria

Formazione:
- Kalin Bachvarov :: Bass, Vocals;
- Trendafil Trendafilov :: Drums;
- Ivan Lazarov :: Guitars, Vocals;
Boiko Nikolaev :: Guitars;

Genere:
Thrash Metal

Durata:
42' 0"

Formato:
Vinile 12"

Data di Uscita:
29.03.2024

Etichetta:
Punishment 18 Records

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Dalla Bulgaria, la formazione capitanata da Ivan Lazarov e Kalin Bacharov ha dato vita nel 2015 al progetto thrash metal dei Terravore che ha visto in sé diversi cambi di formazione ma che oggi rilascia nuove dieci taglienti tracce con “Spiral Dawnfall”, terzo disco della propria carriera musicale che, a cominciare dalla produzione, merita i dovuti elogi. In effetti, dall’ascolto delle tracce la band, con certosina cura, la band mette in evidenza ogni minimo particolare per realizzare un thrash metal di puro pregio diretto e potente che fa piena presa sia per i suoi riff che per l’ammirevole ritmica offerta dietro le pelli. I richiami che si captano dall’ascolto richiamano la vecchia tradizione europea del thrash metal che abbraccia per la maggiore Sodom e Kreator degli anni ’90. I Terravore, stante la prepotenza sonora, riservano all’interno delle tracce passaggi più melodici sia acustici che in nel corso delle partiture ritmiche, il tutto fregiato anche da lead solo virtuosi come nel caso di “Blue Brutality” e “Black Tantra”. Le altre tracce a cominciare anche dall’opener “Spiral Dawnfall”, il cui micidiale impatto ritmico viene un attimo messo fuori asse dalla parte cantata con uno scream forse troppo articolato, lascia poi il posto alla tagliente e precisa “Poisoned Skies”; impossibili da dimenticare sono poi l’oscura e melodica “ P.O.L”, “Blunt Force Trauma” per la forza dei propri riff e la conclusiva “Nostromo” per la propria inarrestabile forza ritmica caratterizzata da diversi quanti ghiotte diversificazioni strutturali date anche dagli oltre sette minuti di durata. In conclusioni il disco funziona, attira consensi per la parte ritmica, una vera e propria macchina da guerra, mentre per quanto attiene al rauco scream non l’ho trovato particolarmente confacente con il resto; in ogni caso è un disco è di enorme portata.