Godyva «Planetarium» (2008)

Godyva «Planetarium» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Barbaro »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2067

 

Band:
Godyva
[MetalWave] Invia una email a Godyva [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Godyva [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Godyva [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Godyva [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di Godyva [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina ReverbNation di Godyva

 

Titolo:
Planetarium

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Lady Godyva – vocals
Botys Beezart – Keyboards
Anto – Guitars
Nick Barah – Bass
Enyo - Drums

 

Genere:

 

Durata:
48' 31"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Tutti conoscono la storia di Lady Godiva, la donna che per protesta cavalcò nuda nel borgo di Coventry in Inghilterra. Alcuni dicono vestita dei suoi soli lunghi e bellissimi capelli, ma si dice anche che chi avesse osato solo guardarla, sarebbe divenuto cieco. Una storia affascinante, antesignana del moderno voyerismo se vogliamo, ma tanto abusata, soprattutto nel nome, da essere seconda solo alla figura di Dorian Gray.
Questi erano i miei pensieri, se non tali appunto, quando ho letto il nome del gruppo sulla copertina e quando ho iniziato l'ascolto dell'album.
Il disco parte con un intro, un po’ inutile direi, nel senso che non dà nessuna sensazione se non quella di giungere prima possibile alla prima traccia.
Il primo pezzo manifesta subito l’aggressività del gruppo che comunque è addolcita dalla voce di Lady Godyva . Un'aggressività molto ben resa da una produzione perfetta. Tutti i pezzi rimangono su questo livello che, a dire il vero, alla lunga danno un'idea di una forte monotonia. Sembra che il disco vada tutto sullo stesso piano, come a volere un'unica soluzione in più atti.
Il genere è quello del gothic metal tanto caro ai finlandesi Nightwish, ma con una voce meno tendente alla lirica.
Alla fine dell'ascolto viene da pensare che cosa sarebbe stato il metal italiano senza le realtà scandinave. Mi riferisco al death svedese, e al power e al gothic finlandese. Non si può non notare come ciò influisca nella produzione nostrana che troppo spesso manca di personalità, quella personalità che fa risaltare un gruppo sugli altri, specialmente nell'ambito underground...

Track by Track
  1. WAIHTLIH (intro) 40
  2. The Ark 60
  3. Innocent 70
  4. Mary in Blood 70
  5. Deep Inside 70
  6. Planetarium 75
  7. My Inner 70
  8. Black Door 65
  9. On the Floor of Ice 60
  10. No Fault 60
  11. God is Fallen 60
  12. HILLTHIAW (outro) 50
  13. Innocent (acoustic version - b) 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 100
  • Qualità Artwork: 50
  • Originalità: 40
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
64

 

Recensione di Barbaro » pubblicata il --. Articolo letto 2067 volte.

 

Articoli Correlati

News
Live Reports
Concerti