Madwork «Leaving All Behind» (2004)

Madwork «Leaving All Behind» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Alcio »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2774

 

Band:
Madwork
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Titolo:
Leaving All Behind

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Jago (voce)
Jodie (Chit)
Major (basso)
Lux (keys/samples)
Zero (drum)

 

Genere:

 

Durata:
37' 52"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2004

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Madwork provengono da Asti, dove si sono formati nel 2000.
In questi 4 anni di gavetta il quintetto si è fatto notare grazie ad un buon numero di date live (alcune delle quali di supporto anche a Skylark e Desdemona), a buoni piazzamenti in alcuni concorsi nazionali e ad un buon numero di recensioni positive in molti magazine/webzine.
Attratto molto dall'artwork davvero curato di questo demo-CD ad otto tracce (i ragazzi tengono molto a precisare che anche la parte grafica è tutta opera loro), mi appresto ad ascoltarlo con avida curiosità!

L'intro è spiazzante, sembra di stare di fronte ad un brano di trance, tra samples e suoni elettronici!
Per fortuna (dopo pochi secondi) arriva la doppia cassa ad aprire "The Sniper", la cui strofa cantata presenta una base electro che mista alla base di doppia cassa mi ha fatto tornare alla mente qualcosa dei Lacrimosa, ma con una voce pù cristallina e meno marcatamente goth.
Non saprei come definire il combo astigiano se non un incrocio tra certo goth moderno ed un progressive-metal assolutamente non auto-indulgente. La produzione è discreta, ma proprio non mi piace il suono di basso e chitarra, cui un pò più di corpo non avrebbe fatto certo male!
La seguente "Amused to Death" sembra un incrocio tra i Dream Theater di "Images And Words" e gli Alphaville. Perdonate il paragone ma il ritornello arioso davvero ben struttrato ed efficace, mi ha ricordato certa musica elettronica tedesca degli anni 80!
La terza traccia, "World in my Hands", si apre con la voce in gran spolvero e si attesta sulle coordinate di una ballad sognante, con arpeggi di chitarra che sembrano il retaggio di continui ascolti di bands come Sisters of Mercy, Bauhaus e Siouxie and the Banshees. Il ritornello ricorda ancora certa musica (di qualità) degli anni '80, come ad esempio gli Ultravox!
Segue "Emphasis" che fa tornare le coordinate stilistiche del gruppo sul filone del prog-metal di derivazione Dream Theater. Davvero interessante la prova del singer Jago, capace di spaziare su differenti tonalità mantenendo un approccio personale al brano..... senza insomma copiare il LaBrie di turno. Davvero buono anche l'assolo e la digressione progressive. Insomma un buon pezzo!
Si preannuncia come una ballatona la seguente "Walking on my Soul", con tanto di arpeggio di pianoforte e cantato ispirato. C'è molto pathos nella canzone, conferito soprattutto dalla prova vocale, ma il pezzo risulta piuttosto standard, soprattutto nella struttura.
Una brevissima intro di tastire dal gusto goth e batteria campionata introduce "The Remedy" che poi lascia spazio ad un buon riff di chitarra. Un pezzo in cui i beats elettronici accompagnano una chitarra classicamente metal. Anche se il combo non centra appieno il risultato con questa song, è da encomiare il coraggio e la personalità dimostrati.
Segue "A Caress of Dust", uno strumentale basato su di un arpeggio di pianoforte, cui fa da contrappunto un'ispirato e melodico assolo di chitarra.
Conclude il lavoro "Scarred" dall'incipit molto metal, che ricorda nuovamente i Dream Theater. Molto buono l'arrangiamento generale del brano e la costruzione melodica, soprattutto quella del cantato. Il brano ha un'efficacissima strofa ed un certo sapore di musica araba.

Il disco arriva a conclusione lasciando un buon ricordo di sé e di una band che gode di ottima salute.
Ammiro molto le loro scelte stilistiche e la loro idea di "progredire" dal prog più classico ad una musica che mescola nel proprio background anche idee importate da generi che con il rock hanno poco a che fare!
Mi sento invece in dovere di consigliare ai Madwork di non ringraziare gli inventori dell'home-recording (come fanno nel booklet) perché "Leaving All Behind" è parzialmente rovinato dalla produzione: per un demo la resa sonora è più che accettabile, ma comunque un pò deficitaria.
La chitarra è spesso in secondo piano nel contesto ed il basso tende a sparire in qualche occasione: questi due fattori generano un suono non potente come i brani necessiterebbero.
Investire per una produzione un pò più professionale non può che giovare ad una band che ha buone carte da giocarsi.... visto che spesso gruppi nettamente mediocri vengono spacciati per New-Sensations solo perché aiutati da una produzione degna dei Dream Theater!
Il consiglio per tutti i lettori di MetalWave è quello di avvicinarsi al mondo dei Madwork, perché sono davvero un'ottima realtà nostrana che hanno deciso di cogliere la vera essenza del termine prog, che non significa masturbare i propri strumenti per far sentire quanto si è bravi, ma significa ricerca, sperimentazione e voglia di suonare qualcosa di realmente innovativo!
Sotto questo punto di vista promuovo i Madwork a pieni voti!!!!

Track by Track
  1. The Sniper 80
  2. Amused to Death 85
  3. World in my Hands 75
  4. Emphasis 80
  5. Walking on my Soul 70
  6. The Remedy 70
  7. A Caress Dust 70
  8. Scarred 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 90
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
77

 

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