Signs Preyer «Signs Preyer» (2010)

Signs Preyer «Signs Preyer» | MetalWave.it Recensioni Autore:
carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2706

 

Band:
Signs Preyer
[MetalWave] Invia una email a Signs Preyer [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Signs Preyer [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Signs Preyer [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Signs Preyer [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina ReverbNation di Signs Preyer

 

Titolo:
Signs Preyer

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Corrado Giuliano :: Lead Vocals + Guitar
Enrico Pietrantozzi :: Guitar + Backing Vocals
Andrea Vecchione Cardini :: Bass + Backing Vocals
Giacomo Alessandro :: Drums

 

Genere:

 

Durata:
23' 5"

 

Formato:
EP

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Signs Preyer nascono quattro anni or sono nella bellissima Orvieto per volere del chitarrista Enrico Pietrantozzi e del cantante-chitarrista Corrado Giuliano. La formazione si completa velocemente con Andrea Vecchione Cardini al basso e Giacomo Alessandro alle pelli. Il principale background musicale di cui il quartetto è portatore rievoca il glorioso rock degli anni 70 e 80 mischiandosi con del Groove Rock/Metal e strizza l'occhio all'Heavy classico. Praticamente neonati i nostri giungono alla Bonsai Records e registrano i primi brani. Il pubblico sembra entusiasta ed ecco che la band inizia a suonare in giro in modo serio, sia al famoso Jailbreak di Roma che dividendo il palco con grandi artisti del calibro di Pino Scotto (per ben due volte!), Fuzz Fuzz Machine, Killing Touch di Michele Luppi, Lento, Trick or Treat e altri. Fanno ritorno alla Bonsai Records ed ecco che i brani prendono una piega più professionale, migliore per così dire.

Il self titled qui proposto altro non è che un a pre-produzione del loro omonimo EP contenente sei brani non embrionali ma ancora da editare per bene. Sufficiente è comunque sia la prova che i nostri si sono accinti a sostenere. Dal sestetto di tracce ivi proposte si riesce facilmente a desumere che i SP sanno già cosa fare e si capisce per bene come hanno in mente di strutturare le loro creature.
Come maturità musicale stiamo a buon punto anche se ancora la strada è lunga, ma questo vale per tutte le band che non hanno più di 5 anni di età a mio avviso, tranne qualche rarissima eccezione.
I Signs Preyer hanno affrontato il tutto con una giusta testa e sono certo che il tempo che mi darà ragione se penso la band come una delle realtà italiane che potrà farcela -naturalmente se proporranno qualcosa di originale e ben suonato-.

Le singole tracce riportare qui non sono male per niente, i nostri fanno della semplicità il loro monito per il mondo per così dire, tutto è al loro posto sia strutturalmente che musicalmente tranne qualche piccola sporadica incertezza che porta inevitabilmente ad una lieve imprecisione nei riff. Gli assoli sono giusti e ben dosati così come la personalità del singer, anche se ancora c'è da lavorare un po' sulla resa carismatica, ma quello verrà col tempo.
I ritmi sono giusti e pieni di groove ovunque e anche sul basso non ho nulla da obiettare.
Insomma, come prima prova seria i nostri se la sono ben cavata e non mi resta che augurare loro che le cose vadano sempre per il meglio! Nel frattempo, buon lavoro Signs Preyer!

Track by Track
  1. Painless Pain 60
  2. Dark Soul 60
  3. Killer Instinct 65
  4. We Are Friends 70
  5. Comes Back Real 55
  6. Hell 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
62

 

Recensione di carnival creation » pubblicata il --. Articolo letto 2706 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti